I palazzi della Regione illuminati per ricordare la strage di via D'Amelio e tutte le vittime della mafia

Regione Lombardia nel giorno della strage di via D’Amelio, ricorda attraverso i suoi palazzi le sei vittime di quel tragico attentato e tutte le vittime della mafia. Questa sera sulla facciata di Palazzo Pirelli, in occasione del 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo, nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, è comparsa la data 19 -7-92. (varesenews.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia, ha ribadito oggi l'importanza di ricordare le stragi, esprimendo preoccupazione per la scarsa partecipazione dei giovani alle commemorazioni. (La Stampa)

Di Elena Coatti (Estense.com)

Ho accettato volentieri perché come scriveva Rita Borsellino: «Chiunque tenti di spaccare il fronte antimafia fa un piacere alla mafia».Ma che cosa andiamo a ricordare il 19 luglio di ogni anno? Forse sarebbe il caso, in questa ridda di giornate che compongono il nostro calendario di cittadini perbene, in questo scadenzario da perenne chiamata alle armi, che prevede la giornata della memoria e quella del ricordo, quella della poesia e quella dell’impegno, quella per la terra e quella per pace (ma l’elenco è interminabile: prossimamente abbiamo la giornata mondiale delle mangrovie, quella della tigre…) di fare del 19 luglio la giornata nazionale della verità. (Il Centro)

Via D’Amelio, Scarpinato: “Stragi ’92-’93 organizzate per fare spazio a nuovi soggetti politici come FI e attuali forze di governo”

Ma questo non manca non solo di motivare ancora di più la società civile, ma soprattutto serve alle giovani generazioni per aiutarle a crescere sapendo che le conquiste che si sono fatte possono essere perse in poco tempo". (Tiscali Notizie)

Luglio Una data importante e un momento di commemorazione che va oltre le parole. È stato ricordato così al carcere di Reggio Calabria uno degli uomini, Paolo Borsellino che ha segnato per sempre la storia della lotta alla mafia (LaC news24)

Questo elefante non si vuole vedere e non si guardano tutti quegli elementi che ci raccontano una storia contraria, che sono i processi. L’elefante equivale alle prove che le stragi avvennero con l’intervento di apparati statali. (Il Fatto Quotidiano)