Operaio di 52 anni trovato morto in cartiera

La nuova tragedia sul posto di lavoro è accaduta alla Smurfit Kappa a Lunata Un uomo di 52 anni è stato trovato in serata privo di vita all’interno dello stabilimento della cartiera Smurfit Kappa in via Pesciatina a Lunata, nel comune di Capannori. Secondo le prime ricostruzioni la morte sarebbe avvenuta per una caduta dall’alto. Sul posto sono intervenuti l’automedica, la Croce Rossa di Lucca, i carabinieri e gli operatori della Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. (NoiTV - La vostra televisione)

Ne parlano anche altri media

Sembrava una tragica fatalità, invece si è trattato di un omicidio. La morte del 53enne di origini albanesi, avvenuta martedì sera nel piazzale della cartiera Smurfit Kappa, era stata attribuita inizialmente a un malore, forse un infarto fulminante. (LA NAZIONE)

I carabinieri hanno sottoposto a fermo un uomo. Sarebbe stato ucciso, Artan Kaja, il 52enne trovato senza vita martedì sera in un deposito di una cartiera a Capannori. La morte è stata causata da un colpo di arma da fuoco. (gonews)

Secondo quanto emerge, fonti della procura di Lucca parlano di una persona indagata per la morte del 52enne albanese, il cui cadavere è stato trovato due giorni fa in una cartiera di Capannori di proprietà di una multinazionale estera. (NoiTV - La vostra televisione)

Lucca, muore per un malore nella cartiera dove lavorava

Inizialmente, da fonti dei soccorritori, per il decesso dell'uomo era stata avvalorata l'ipotesi di un incidente sul lavoro dovuto forse a una caduta dall'alto, poi ieri da fonti investigative quello di una morte per un malore. (ilmessaggero.it)

Artan Kaja (nella foto), il 52enne trovato senza vita alla Smurfit martedì sera, è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Leggi tutta la notizia (Virgilio)

È entrata nella cartiera dove lavorava e lo ha trovato riverso a terra, non lontano dal muletto che era solito manovrare. La moglie non lo ha visto tornare a casa dal lavoro, subito ha pensato al peggio ed è andata a cercarlo. (La Repubblica Firenze.it)