Guerra ucraina, cosa cambia dopo il vertice Meloni-Trump? «Si deve arrivare alla pace». I due leader esaminano tutte le opzioni
La partita non è facile e sia il presidente eletto Donald Trump, sempre più vicino al giorno dell’insediamento alla Casa Bianca il 20 gennaio, sia la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ne sono consapevoli. Ma l’obbiettivo, concordano, è lo stesso per l’America come per l’Europa. Ed è «arrivare alla pace» tra russi e ucraini nel 2025. Lo ha detto pure il leader ucraino, Zelensky, il 18 dicembre a Bruxelles, nella cena che ha visto allo stesso tavolo la premier Meloni, altri capi di governo tra cui il cancelliere tedesco Scholz, i presidenti polacco e olandese e i ministri degli Esteri di Francia e Gran Bretagna, nella residenza brussellese di Mark Rutte, neo-segretario generale della Nato. (ilmessaggero.it)
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Le recenti novità che arrivano dal fronte, sempre più traballante, e le possibilità ormai ridotte di prevalere sulla Russia di Vladimir Putin stanno infatti pesando sul gradimento del leader di Kiev. Sembra proprio che per Volodymyr Zelensky il nuovo anno sia iniziato in modo tutt’altro che positivo. (LA NOTIZIA)
PUBBLICITÀ La fiducia nel presidente ucraino ha subito una leggera flessione: il 52% degli ucraini si sente fiducioso, il 39% esprime sfiducia e il 9% è indeciso, secondo un sondaggio condotto a dicembre dall'Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev (Kiis). (Euronews Italiano)
Un sondaggio dell'Istituto internazionale di sociologia di Kiev evidenzia che la fiducia degli ucraini nel loro leader è scesa al 52% rispetto al 90% su cui Zelensky poteva contare nel marzo del 2022. (Adnkronos)
I comandanti militari ucraini non contano certamente su una pausa nelle ostilità e si stanno invece preparando ad affrontare il quarto anno della più grande guerra europea dalla Seconda Guerra mondiale. (L'Opinione)
Secondo il leader ucraino, Trump sarebbe fondamentale per garantire la sicurezza del Paese e aprire la strada a un negoziato sostenuto anche dalle nazioni europee. Un Donald Trump «forte» potrebbe essere determinante per fermare la guerra in Ucraina. (Il Dubbio)
La sorprendente offensiva nella regione russa di Kursk, per quanto avvolta in una nebbia di propaganda e contro-propaganda, ha comunque fermato la narrazione, che da mesi sembrava a senso unico in favore del Cremlino: un’avanzata russa nel Donbass, lenta e costosa in termine di perdite, ma inarrestabile; e un egualmente lento e … (la Repubblica)