Atreju, il manifesto di Meloni. L’attacco alla sinistra: “Prodi mi critica? Brindo”. Il professore: “Ci ho preso”

ROMA. Si segna tutto. Ricorda, puntualizza, affonda. Giorgia Meloni si definisce attraverso i suoi nemici. Sono loro, Maurizio Landini, Roberto Saviano, Romano Prodi, i giudici, e poi Elly Schlein e Giuseppe Conte, a scandire i capitoli del suo lungo discorso con i decibel alle stelle. È come il movimento di un’onda, che cresce fino al punto di rompersi, quando la voce sale, e grida tutto il suo … (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Sono due anni che Giorgia Meloni si impone di essere capa di governo ma soprattutto statista. Poi come ogni anno arriva Atreju e la sua inguaribile fobia di perdere presa sulla sua famiglia di Fratelli d’Italia butta via tutto il lavoro fatto (left)

Chi ci ha parlato ha percepito un Romano Prodi non turbato, ma anzi «divertito» dall’intemerata di Giorgia Meloni che sul palco di Atreju ha protestato per i suoi «improperi isterici»: evidentemente — il senso del ragionamento fatto a chi gli stava vicino — Meloni lo ritiene ancora così influente da parlare con quei toni sul palco. (Corriere della Sera)

Già in altri comizi Meloni ha fatto questa dichiarazione, che è fuorviante per vari motivi. un valore di 316 miliardi di euro: in quel periodo limitato di tempo questo valore è stato il quarto più alto al mondo, dietro a Cina, Stati Uniti e Germania, e davanti al (Pagella Politica)

Identità e stabilità, Meloni non si piega alla sinistra e ai giudici politicizzati

Ansa (Avvenire)

Lo sfottò è rispettoso ma pungente, a Ilaria Salis, l'europarlamentare di Avs passata alla storia della politica per essere stata eletta prima di essere giudicata da un tribunale turco per violenze e per le teorie sulle occupazioni "legittime" delle case. (Secolo d'Italia)

La leader di Fratelli d’Italia, davanti a una platea entusiasta, ha puntato sull’orgoglio della sua maggioranza, rivendicando compattezza e visione politica come elementi di “discontinuità storica” rispetto ai governi precedenti. (Nicola Porro)