Caso Cecchettin, lettera Turetta ai genitori: "Rinnegatemi"

Caso Cecchettin, lettera Turetta ai genitori: "Rinnegatemi" 24 settembre 2024 Tra gli atti del processo a carico di Filippo Turetta per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin anche una lettera scritta dal giovane ai genitori dopo l'arresto in Germania. "Capirei e accetterei se d'ora in poi voi vogliate dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore per il proseguio della vostra vita. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altre testate

La decisione ha sollevato proteste… La Corte d’assise, infatti, ha rigettato la costituzione di parte civile avanzata dai comuni di Vigonovo e Fossò, oltre che da cinque associazioni che si occupano di violenza di genere (Penelope, Unione donne italiane, I care We Care, Differenza Donna, Insieme per Marianna). (Il Mattino di Padova)

Tuttavia, i messaggi vocali registrati dallo stesso Filippo, le annotazioni e la lettera scritta dal carcere di Halle, sempre in Germania, a seguito dell’arresto, consegnano nuovi elementi sui momenti immediatamente successivi al delitto. (Il Giornale d'Italia)

In programma un’originale passeggiata “gossip”, per conoscere il capoluogo umbro attraverso fatti di cronaca rosa che si sono avvicendati nel corso dei secoli, una visita al Caffè Sandri in occasione della Giornata dei locali storici d’Italia e una passeggiata all’interno del suggestivo Convento di Monteripido. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Il 22enne reo confesso dell'omicidio dell'ex fidanzata: "Sarebbe meglio un figlio morto che un figlio come me" (LAPRESSE)

Il 23enne padovano Filippo Turetta, nel periodo in cui era detenuto nel carcere di Halle in Germania, ha scritto una lettera ai suoi genitori che è stata pubblicata in esclusiva dal Corriere della Sera. (La Voce di Rovigo)

Non so se ho ancora il coraggio di guardarvi in faccia”. “Capirei e accetterei se voi voleste dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore. (Il Fatto Quotidiano)