La mamma di Luana: "Quelle sul lavoro si chiamano morti bianche perché non paga mai nessuno"

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Morti sul lavoro

“Dopo la tragedia di Luana ho capito perché si chiamano morti bianche: perché non paga mai nessuno”. E’ il commento, duro quanto amaro, di Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni risucchiata dall’orditoio al quale stava lavorando in una fabbrica a Montemurlo il 3 maggio 2021. Marrazzo, che con il marito sta crescendo il figlio di Luana, ha partecipato oggi, venerdì 28 giugno, alla presentazione di uno studio della Uil su incidenti e morti sul lavoro. (notiziediprato.it)

La notizia riportata su altri media

La donna ha pronunciato queste parole durante la presentazione ieri a Roma di un’analisi della Uil redatta dallo studio Devitalaw dal titolo «Il lavoro che uccide, la strage impunita». Dopo la tragedia di Luana «ho capito perché si chiamano morti bianche, perché non paga mai nessuno». (il manifesto)

Mia figlia in quel rullo ha fatto quattro giri completi. Sono le parole di Emma Marrazzo, la madre di Luana D’Orazio che nel 2021 a soli 22 anni è morta schiacciata dal macchinario dell’azienda tessile di Prato dove lavorava. (Corriere TV)

"Non succeda quel che e' successo a me, si investa sulla sicurezza, porto avanti questa battaglia per far capire il senso dell'ingiustizia. Non ci sto, sono vite umane, il lavoro e' sacrosanto ma si deve lavorare per vivere. (Tiscali Notizie)

VIDEO Morti sul lavoro, la madre di Luana D’Orazio: “Calderone venga a vivere a casa mia”- LaPresse

Bombardieri fa onore al suo cognome e lancia un attacco ingiustificato e volgare al ministro del lavoro, Marina Calderone. (Secolo d'Italia)

di Luana D'Orazio, l'operaia 22enne morta il 3 maggio 2021 , ma siccome io quando succedevano queste cose dicevo che (Tuttosport)

“Sento parlare della patente a punti per le aziende per ridurre i morti sul lavoro. La ministra Calderone dovrebbe venire a vivere a casa mia. Dovrebbe venire a vedere. Non ci siamo proprio. Mia figlia in quel rullo ha fatto quattro giri completi. (LAPRESSE)