Carlos Ghosn, emesso mandato d’arresto per l’ex presidente Nissan. In manette altre sette persone
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È di oggi, 2 gennaio, la notizia dell’Interpol che ha emesso un mandato d’arresto per Carlos Ghosn e lo ha comunicato alle autorità del Libano, dove si trova al momento l’ex presidente di Nissan-Renault.
Lo scorso 31 dicembre l’uomo è scappato dal Giappone, per arrivare in Libano dalla Turchia.
Ghosn ha ammesso di essere fuggito dal Giappone non per evitare il processo ma per scappare «dall’ingiustizia del sistema giapponese», che secondo l’ex dirigente non gli avrebbe permesso di difendersi adeguatamente. (Open)
Su altre testate
Carlos Ghosn ha confermato di essere arrivato nel suo Paese natale, il Libano, in fuga da quella che in Giappone ha definito "ingiustizia e persecuzione politica". Alcuni a Beirut ipotizzano addirittura che Ghosn, ancora lodato per il suo senso degli affari, sia stato richiamato in Libano. (Yahoo Notizie)
Alcuni giornali inoltre notano come l’idea di concedere a Ghosn la libertà vigilata su cauzione risulti essere stata poco saggia alla luce di quanto accaduto. I media libanesi avevano riferito che Ghosn era atterrato all’aeroporto di Beirut con un jet privato proveniente dalla Turchia (Il Fatto Quotidiano)
Le esatte circostanze della fuga di Ghosn in Libano non sono ancora state chiarite. L’ufficio della presidenza libanese ha smentito le notizie di alcuni media secondo le quali il presidente Michel Aoun aveva accolto all’aeroporto di Beirut l’ex presidente di Nissan-Renault Carlos Ghosn (Quotidiano di Puglia)
Sembra infatti che mesi fa fosse stato architettato un piano per la fuga dell'ex manager di Renault e Nissan, finalizzato con successo pochi giorni fa. Nelle ultime ore l'Interpol ha emesso un mandato d'arresto nei confronti di Ghosn, confermando così quanto emerso nelle ultime ore. (Motorsport.com Italia)
La relazione arriva alla vigilia della riunione annuale di Nissan nella quale Renault - come anticipato in una lettera del presidente Jean-Dominique Senard - dovrebbe utilizzare la propria quota per bloccare i cambiamenti di governance proposti dal costruttore giapponese (Adnkronos)
Al suo arrivo in Libano, Ghosn aveva fatto sapere di voler parlare ai media per fornire la sua versione dei fatti che lo hanno portato all'arresto per frode fiscale, malversazione e abuso di fiducia aggravata nel novembre del 2018 a Tokyo, dove ha trascorso 130 giorni in carcere prima di essere rilasciato su cauzione, sotto strettissima sorveglianza delle autorità nipponiche e con il divieto di parlare alla stampa e di lasciare il Paese. (Ticinonline)