Rai, Tajani e Salvini litigano anche su Berlusconi
Matteo Salvini e Antonio Tajani tirano entrambi in ballo il nome di Silvio Berlusconi sulla questione del taglio del canone Rai, costata ieri più di un brivido lungo la schiena della premier Giorgia Meloni. Il primo ad appellarsi al cavaliere che fu è il leader leghista. «Ricordo che anche l’amico Berlusconi riteneva che il canone Rai fosse una tassa, una gabella su cui riflettere e da limare, non da cancellare, io sarei per la cancellazione ma in medio stat virtus», dice il vicepremier nonché ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, aggiungendo che «la cosa curiosa è che si è votato quello che l'intera maggioranza ha votato l'anno scorso, abbiamo votato lo stesso testo. (Italia Oggi)
Su altri giornali
Peraltro il canone era già stato ridotto l’anno scorso con i voti di tutta la maggioranza. Mi dispiace che una forza di maggioranza abbia votato con il Pd e sottolineo con soddisfazione invece che la Lega ha ottenuto la rateizzazione dell’acconto di novembre da gennaio a maggio 2025. (Agenzia askanews)
«Raffreddare, bisogna raffreddare...». A metà pomeriggio Maurizio Lupi attraversa l’immensa navata del «transatlantico» di Montecitorio invocando metaforici estintori che spengano l’incendio. (Corriere Roma)
Al punto che nei palazzi della politica diversi parlamentari di Fratelli d’Italia si interrogano sul futuro: «Giorgia si è stufata. Perché logora ancora una volta l’esecutivo. (Tiscali Notizie)
All’indomani del voto contrario azzurro, torna sulla questione Raffaele Nevi, portavoce nazionale FI, intervistato da Affaritaliani. Per il forzista "Non serve una verifica di governo ma si deve tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise". (la Repubblica)
A fine giornata per la maggioranza non è successo niente. La spaccatura tra Lega e Forza Italia, verificatasi ieri mattina in commissione Bilancio al Senatoo al momento del voto sul taglio del canone Rai, a sera viene derubricata dalla premier Giorgia Meloni a «schermaglie»: «Se abbiamo trovato l’accordo sul cessate il fuoco in Libano possiamo farlo pure sul canone Rai» dice (Corriere Roma)
Trattandosi dello stesso tema che ieri ha mandato in cortocircuito la sua maggioranza e soprattutto essendoci di mezzo un «Matteo», la frase di Giorgia Meloni, con tanto di rimando al mago che bazzicava le televendite di Wanna Marchi, sembra pronunciata ieri e indirizzata a Salvini. (Corriere Roma)