Ministri Ue in visita ad Al Jolani in Siria: ma per la tedesca Baerbock niente stretta di mano perché donna
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Sono arrivati a Damasco per incontrare il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa (conosciuto anche come al-Jolani), nella visita di più alto livello da parte di esponenti di Paesi occidentali da quando Assad è stato deposto l’8 dicembre. A rappresentare i 27 Paesi Ue e le istituzioni comunitarie sono state la tedesca Annalena Baerbock e il suo omologo francese Jean-Noel Barrot, esponenti dei due Paesi europei forse con i maggiori legami, per tradizione storica e presenza di rifugiati siriani, con il Paese mediorientale. (Il Fatto Quotidiano)
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A testa alta. E senza il velo. Non ha mostrato soggezione di alcun tipo Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca che due giorni fa insieme all'omologo francese Jean-Noël Barrot, a Damasco ha incontrato il nuovo leader islamista siriano Ahmad al-Sharaa, già noto come Abu Mohammed al-Jolani. (il Giornale)
La “mano tesa” alla nuova Siria non poteva che venire offerta partendo da Sednaya, il “carcere macello” del regime di Bashar al-Assad. La visita a sorpresa della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e del ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, a Damasco in rappresentanza dell’Unione Europea, inizia dalla fabbrica di morte e di torture che l’Occidente per decenni ha finto di non vedere. (Avvenire)
Inizia male al Jolani. Un brutto gesto. (Secolo d'Italia)
Unione europea «apre» al nuovo governo di origine jihadista a Damasco con la visita di due ministri degli Esteri di peso, la tedesca Annalena Baerbock ed il francese Jean-Noël Barrot (nella foto). (il Giornale)
L’incontro aveva l’obiettivo di promuovere una transizione pacifica e inclusiva nel Paese, fondamentale per la stabilità regionale. I ministri degli Esteri di Francia e Germania, Jean-Noel Barrot e Annalena Baerbock, sono andati a Damasco per incontrare Ahmad al-Chareh, nuovo leader islamista della Siria, dopo la fuga di Bashar al-Assad l’8 dicembre e conosciuto con il nome di Al Jolani. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Damasco, 3 gen. (il Dolomiti)