Romania, chi è Calin Georgescu l'ingegnere filorusso che ha vinto il primo turno delle elezioni
Călin Georgescu, 62 anni, una formazione da ingegnere e alcuni incarichi diplomatici alle spalle, ha vinto da candidato indipendente il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania. Andrà al ballottaggio l'8 dicembre. Le sue posizioni più note sono quelle a sostegno della Russia di Putin, contro la Nato e l'Ue, e in favore di politici di estrema destra della storia del Paese. (Fanpage.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Il primo ministro socialdemocratico ed europeista Marcel Ciolacu, favorito alla vigilia, è retrocesso al terzo posto con il 19,16% dei voti, dietro a Elena Lasconi – giornalista, esponente del partito Salviamo la Romania (USR) e sindaco di centro-destra di una piccola città – che supera il premier di circa 700 voti. (Il Fatto Quotidiano)
Calin Georgescu ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania con il 22,9%, segnando una decisa svolta del Paese verso politiche sovraniste. Un risultato del tutto imprevedibile, dopo che tutti i sondaggi (ma anche i primi exit poll) avevano dato tra i favoriti il premier Marcel Ciolacu, leader del Partito socialdemocratico. (Open)
Dome… Dopo aver votato sulla scheda elettorale pensava di non dover fare più niente, invece eccolo sommerso di richieste di autografi e selfie. (La Repubblica Firenze.it)
Georgescu, che si è presentato come indipendente, ha ottenuto il 22,59% dei voti mentre il primo ministro di centrosinistra Marcel Ciolacu, ha avuto il 19,55% delle preferenze in vista del ballottaggio previsto per l'8 dicembre. (Corriere della Sera)
Certo, lo spostamento di alcuni Paesi dell’Est su posizioni poco solidali nei confronti di Kiev è un segnale preoccupante. (Corriere del Ticino)
Benché a decidere il risultato finale delle elezioni presidenziali che si sono tenute ieri sarà il ballottaggio dell'8 dicembre, è già certo che il voto ha impresso una svolta al Paese: il premier uscente, il socialdemocratico Marcel Ciolacu, è arrivato terzo, rimanendo fuori dalla (Secolo d'Italia)