Export in crescita per il pecorino ma ora si temono i dazi Usa

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Il Sole 24 ORE INTERNO

Le esportazioni di pecorino romano crescono ma sul trend positivo pesa l’incertezza dei dazi americani. A guardare con attenzione quanto avviene negli Usa è il consorzio per la tutela del Pecorino romano dop. Anche perché la quota di prodotto esportato negli Stati Uniti vale più della metà del totale del prodotto esportato. «Il 35% del pecorino romano che viene prodotto vola negli Stati Uniti - spiega Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano - ma ci sono dati buoni anche per quanto riguarda gli altri Paesi dell’Unione europea e poi per Giappone, Canada e Brasile». (Il Sole 24 ORE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Per questo, il nostro impegno è costante e ci auguriamo che la diplomazia risolva una questione così delicata per il settore”. “Lo scenario internazionale è attualmente motivo di grande preoccupazione, soprattutto per le nostre eccellenze agroalimentari. (SardiniaPost)

Come cittadino, sono attonito. Dal punto di vista economico, il commercio internazionale ha sempre rappresentato uno straordinario strumento di crescita e di riduzione dei conflitti tra i popoli. (Corriere della Sera)

Da giorni ormai si susseguono analisi e notizie sui dazi e sulla guerra commerciale con gli USA, minacce che sembrano essere ben più che una boutade del presidente Trump. Blog (Il Piccolo)

Non ultimo, ovviamente, l'atteggiamento di Trump che declina il termine guerra in modi diversi, cioè guerra geopolitica, guerra commerciale, guerra dei dazi. Genova. (Genova24.it)

E i numeri elaborati dal Centro studi Unindustria per MF-Milano Finanza danno la dimensione del fenomeno e, quindi, del rischio che il Lazio sta correndo. La guerra commerciale scatenata da Trump preoccupa le imprese del Lazio. (Milano Finanza)

Un volume economico che ha visto dal 2019 al 2024 un aumento del 29,8%, e che oggi sfiora i 7,3 miliardi di euro (per la precisione 7.272.985.300 euro), sostenuto dalle vendite di produzioni meccaniche (quasi un miliardo e 650 mila euro) e di “strumenti e forniture mediche”, prevalentemente il comparto dell’occhialeria (circa un miliardo e 200mila euro). (Industria Italiana)