Legge marziale in Corea del Sud, tutte le notizie. Parlamento chiede la revoca, l’esercito si ritira
Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, nell'annunciare la "legge marziale di emergenza", ha promesso di "sradicare le forze pro-Nord Corea e proteggere l'ordine democratico costituzionale". Maggioranza e opposizione hanno attaccato Yoon e definito il decreto “illegale e incostituzionale”. Nonostante il blocco delle attività nel Parlamento, imposto dal decreto, 190 deputati su 300 si sono radunati per votare una mozione che chiede la revoca della legge marziale. (la Repubblica)
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Nato il 18 dicembre 1960 a Seul, Yoon Suk-yeol è il primo presidente sudcoreano a proclamare la legge marziale dal 1980. Dopo essersi laureato in legge presso l’Università Nazionale di Seul, ha intrapreso una lunga carriera come procuratore, distinguendosi per la sua inflessibilità nei confronti della corruzione e occupandosi di casi di alto profilo, compresi procedimenti contro ex presidenti sudcoreani. (Adnkronos)
La Corea del Sud è ripiombata nell’incubo della legge marziale e nell’atmosfera sinistra di militari e mezzi dell’esercito per le strade dopo 44 anni, ma solo per qualche ora. In tarda serata il presidente Yoon Suk-yeol ha annunciato il passo indietro sulla sua stessa decisione, in seguito al voto contrario del Parlamento (Il Fatto Quotidiano)
Scandali hanno travolto pure la sua fam… Nel 2022 vinse con uno scarto risicato, lo 0,7%. (la Repubblica)
Pesanti le ripercussioni anche sugli ETF: l'iShares MSCI South Korea è sceso di oltre il 5%, mentre l'ETF Franklin FTSE South Korea e l'ETF Matthews Korea Active hanno toccato il -4%, secondo i dati FactSet. (Teleborsa)
Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha annunciato che la legge marziale, da lui stesso decretata oggi e poi respinta dal Parlamento, verrà revocata. Yoon ha dichiarato che il suo governo ha ritirato il personale militare che era stato dispiegato e che revocherà formalmente la legge marziale dopo una riunione di gabinetto, “non appena i membri arriveranno”. (LAPRESSE)
L’analisi Stefano Stefanini (La Stampa)