La tragedia del Vajont allo Zac tra lettura scenica e riflessioni sull’attualità

Ivrea Associazione culturale Rosse Torri, Circolo Legambiente Dora Baltea e Zac uniti per proporre “Strano sto vento…-Vajont 60 anni+1 dopo”, lettura scenica con Irma Cannatella, Nicola Giglio, Giovanna Mazza e Simonetta Valenti, che si terrà oggi, mercoledì 9, alle 21, allo Zac. Una serata, come indica il sottotitolo, «sulla tragedia dello sfruttamento delle risor… (La Sentinella del Canavese)

Ne parlano anche altre testate

Tina Merlin. La voce scomoda del Vajont Un lampo accecante. (Filodiritto)

Sessantuno anni di dolore. Il disastro del Vajont, che la sera del 9 ottobre 1963 provocò la morte di 1910 persone, di cui 487 bimbi e ragazzi tra Erto e Casso e Longarone, è una ferita che resta aperta, ricordata oggi con una cerimonia alla chiesetta della diga dalle istituzioni locali con al deposizione delle corone in memoria dei caduti. (Telefriuli)

Un anno, nel 2023, fa l’appello del presidente Sergio Mattarella sulla diga del Vajont, affinché gli atti del processo dell’Aquila rimanessero conservati nell’Archivio di Stato a Belluno. E il 9 ottobre 2024, in occasione del 61esimo anniversario della tragedia del Vajont, Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e sindaco di Longarone, annuncia: «La documentazione, che abbiamo digitalizzato per iniziativa della Fondazione, è a disposizione del pubblico». (Corriere Delle Alpi)

Padrin coltiva la memoria: «Il Vajont una grande aula sulla cura dell’ambiente»

Quel giorno, il 9 ottobre, è il centro di una storia. 9 ottobre 1963”, in onda mercoledì 9 ottobre alle 19 su Rai Storia. (Rai Storia)

Sono le 22.39 del 9 ottobre 1963 : una frana mostruosa, 270 milioni di metri cubi di roccia e terra, precipita dal monte Toc — siamo nel Cadore bellunese — nel bacino alpino formato dalla diga del Vajont, tra le più alte del mondo: nel cadere nell’invaso, la frana solleva un’onda che scavalca la diga e precipita nel fondovalle. (Corriere della Sera)

È consultabile o… Un anno dopo? «Da 40 giorni», risponde Roberto Padrin, sindaco di Longarone, «la documentazione, che abbiamo digitalizzato per iniziativa della Fondazione, è a disposizione del pubblico. (Corriere Delle Alpi)