Sicari”, il codice del Papa. Lo stadio complice dell’ultrà

Caro Merlo, “L’aborto è un omicidio e i medici che si prestano sono sicari” ha detto il Papa. Qualche ginecologo ha fatto una domanda a Bergoglio (in arte Francesco Primo): sicario a chi? Che dicono i bergogliani senza “bergogna”? Salvatore Siddi -Pino d’Asti Invece, nonostante le tante lettere arrabbiate come la sua, io sempre più mi convinco, con Eugenio Scalfari, che “Papa Francesco è un rivol… (la Repubblica)

La notizia riportata su altre testate

Definizione consapevolmente brutale e, credo, inconsapevolmente scorretta: sicario è chi prende denaro per uccidere qualcuno mentre, come ha sottolineato Alessandra Kustermann… (La Stampa)

«I medici che si prestano a questo (all’aborto n.d.r) sono…mi permetta la parola, dei sicari, e di questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita. (il manifesto)

Francesco nella conferenza stampa sul volo dal Belgio: " Un'altra cosa sono i metodi anticoncettivi". Ma sull'interruzione di gravidanza "non si può discutere" (AGI - Agenzia Italia)

Aborto, Anelli (Fnomceo) replica a papa Francesco: “Medici vicini alle persone. Rendono possibile l’applicazione della legge nel rispetto della libertà di ognuno”

Ginecologa e presidente del centro anti-violenza «Svs Donna aiuta donna» di Milano, Alessandra Kustermann, tra le massim e esperte nel campo in Italia, articola una riflessione sulle parole del Papa a proposito dell’aborto e commenta il termine «sicario» utilizzato da Francesco: «Il Papa è il capo della Chiesa cattolica e come tale può dire che l’aborto è un omicidio, mentre ritengo che difetti di misericordia l’affermazione che i medici non obiettori a una legge dello Stato siano sicari». (Corriere della Sera)

Questa volta, però, le parole scelte da Papa Francesco sono state particolarmente forti nei confronti dei medici che praticano l’aborto. (Demografica | Adnkronos)

“I medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto. Il professionista ha infatti la facoltà di avvalersi dell’obiezione di coscienza, libera scelta personale che non deve diventare elemento di giudizio o discriminazione”. (Nurse Times)