UCRAINA, demA CONIA: ARMI AL POSTO DEI VIVERI E MEDICINE SU VOLI DA PISA

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Telemia INTERNO

Ripudiamo la guerra quale strumento di risoluzione delle controversie internazionali, così come recita l’art.11 della nostra Costituzione!

Esprimiamo il nostro sconcerto e il nostro ringraziamento a questi lavoratori per essersi rifiutati di caricare sugli aerei il materiale bellico.

Li ringraziamo inoltre di aver dato diffusione dell’accaduto, in un momento drammatico anche per il pluralismo dell’informazione. (Telemia)

La notizia riportata su altri giornali

Tutti hanno evitato di sorvolare lo spazio aereo dell’Ungheria, che non permette il passaggio di carichi militari verso l’Ucraina dal proprio territorio. Uno sciopero, al quale farà seguito una manifestazione dei lavoratori aeroportuali di Pisa aderenti all’Usb. (Secolo d'Italia)

Nel dubbio, l’Italia prepara anche le proprie, ma senza farlo sapere. Con l’invio di armi “l’Italia è già in guerra”, si sente da giorni. (Il Fatto Quotidiano)

La sinistra chiede le dimissioni del presidente di Toscana Aeroporti. Sulla questione intervengono anche Una città in comune e RIfondazione comunista che chiedono le dimissioni del presidente di Toscana Aeroporti Marco Carrai. (PisaToday)

Nelle scorse ore il sindacato USB ha denunciato un episodio avvenuto presso l’aeroporto Civile Galileo Galilei di Pisa. Alle dichiarazioni espresse nel comunicato sindacale è arrivata la risposta da parte dello Stato Maggiore della Difesa. (Thesocialpost.it)

Stando a quanto dichiarato dal Covi sembrerebbe quindi che anche gli aeroporti civili, in questo caso quello di Pisa, siano autorizzati a spedire materiale bellico. A noi parlamentari non ci è dato sapere a chi l’Italia fornisce le armi e questo è molto preoccupante (ilGiornale.it)

Il personale, secondo questa ricostruzione, scoperto quale fosse il materiale da trasportare, si è rifiutato di caricarlo sull’aereo e si è rivolto alla sigla sindacale di base. Davanti al Galileo Galilei un corteo raggiungerà lo scalo militare di Pisa, per ribadire il “no alla guerra e all’invio di armi dall’Italia”. (Il Fatto Quotidiano)