Afghanistan, tre calciatrici dell'Herat in partenza per l'Italia
Notizie positive dall'Aghanistan: tre calciatrici della squadra di Herat, campionesse nazionali e salite alla cronaca nei giorni scorsi, sono riuscite a raggiungere l’aeroporto di Kabul e sono ora in attesa di essere imbarcate su un volo per l’Italia, assieme alle loro famiglie e l’allenatore.
Anche la Figc, come annunciato dal presidente Gravina su Tuttosport, accogliendo l'appello del nostro giornale, si è mobilitata annunciando di essere pronta ad accogliere alcune atlete al centro tecnico di Coverciano nel caso in cui dovessero ottenere rifugio in Italia
Non solo la promessa della Sampdoria Women di accogliere una calciatrice in squadra. (Tuttosport)
Ne parlano anche altri media
"Il nostro Centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat, in Afghanistan, non c’è più. You may be able to find the same content in another format, or you may be able to find more information, at their web site. (Elle)
Le loro attività nei progetti con la ong italiana in tutte le province dell'Afghanistan sono note ai talebani così come i loro nominativi. E decollerà nel primo pomeriggio da Kabul l'ultimo C-130 italiano del ponte aereo allestito per mettere in salvo i profughi. (Notizie - MSN Italia)
E dal suo avvio sono circa 9.300 circa le donne che sono state esaminate. Resta una grande angoscia per tutte coloro che sono rimaste a Herat e nel Paese e che non potranno più accedere al centro e alle cure mediche (Io Donna)
A Herat, invece, le speranze crollano ogni ora che passa. “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”. I talebani, infatti, sono entrati in possesso dei database dell’NDS, l’intelligence afghana, in cui sono custodite le informazioni su chiunque (Difesa e Sicurezza)
“Fino a un mese fa ero la responsabile del centro, mi occupavo delle mammografie e dei tumori al seno", racconta infatti a La Stampa una delle dottoresse, "Ora non c’è più nessuno che lo faccia. Lì, grazie alla Fondazione Veronesi, siamo stati messi su un aereo militare e siamo arrivati in Italia" (Yahoo Finanza)
La dottoressa da pochi giorni ha trovato rifugio in Italia con la sua famiglia. È l’appello di F.R, 40 anni, una delle dottoresse che lavoravano al centro per la prevenzione del tumore al seno della Fondazione Veronesi a Herat, ora caduto in mano ai talebani. (Luce)