Acqua "salata", ma è Lecce la provincia con media dispersione idrica

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

La bolletta dell’acqua continua a pesare sulle famiglie italiane, con aumenti che, seppur differenziati a livello regionale, non risparmiano quasi nessuno. Nel 2024, la spesa media sostenuta dalle famiglie pugliesi si attesta a 519 euro, registrando un incremento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Un dato che, seppur inferiore alla media toscana – la più alta d’Italia con 748 euro –, colloca la Puglia tra le regioni con i rincari più consistenti. A livello nazionale, la cifra media si aggira intorno ai 500 euro, ma le differenze territoriali sono marcate, con picchi in Emilia Romagna (+8,8%) e Abruzzo (+8,5%), dove gli aumenti hanno superato di gran lunga la media.

I numeri, elaborati nel ventesimo rapporto sul servizio idrico integrato di Cittadinanzattiva, evidenziano una tendenza ormai consolidata: negli ultimi cinque anni, le tariffe dell’acqua hanno subito un incremento complessivo del 23%, con un ulteriore balzo del 4% solo nel 2024. Una famiglia tipo, composta da tre persone e con un consumo annuo di 182 metri cubi, ha speso in media 500 euro, 19 in più rispetto al 2023. Un salasso che, in alcune province, assume contorni ancora più preoccupanti.

Se da un lato Lucca si conferma la provincia più virtuosa, con una spesa media annua di 556 euro – nonostante un aumento del 2,3% rispetto al 2023 –, dall’altro Siena e Grosseto detengono il primato delle bollette più care, raggiungendo rispettivamente gli 821 euro. Un divario che riflette non solo le differenze tariffarie, ma anche le criticità legate alla gestione delle risorse idriche.

In Friuli Venezia Giulia, ad esempio, la bolletta è cresciuta del 4,4%, portando la spesa media a 455 euro per una famiglia di tre persone. Una cifra che, seppur inferiore alla media nazionale, rappresenta un aggravio significativo per i cittadini, soprattutto in assenza di bonus legati all’Isee. Al contrario, il Molise si distingue per la spesa più contenuta, con una media di 234 euro, quasi un terzo rispetto alla Toscana.

Ma se i costi crescono, non sempre migliora la qualità del servizio. La dispersione idrica resta un problema endemico, con picchi preoccupanti in alcune aree del Paese. Lecce, ad esempio, si colloca tra le province con la media più alta di perdite nella rete idrica, un fenomeno che, oltre a gravare sulle tasche dei cittadini, rappresenta uno spreco insostenibile in un’epoca di crescente scarsità delle risorse.