Il turista cremonese ferito da uno squalo a Marsa Alam, morto un altro italiano
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Il 2024 si chiude con una notizia choc che arriva dal Mar Rosso: l'incubo di molti diventa realtà a Marsa Alam, nota località turistica egiziana, dove il 29 dicembre un turista romano, Gianluca Di Gioia, muore a 48 anni attaccato da uno squalo. Resta ferito il 68enne Peppino Fappani, odontotecnico di Soncino (Cremona), che si era tuffato in acqua da un pontile per salvare il connazionale, convinto che si trattasse di un malore. (IL GIORNO)
Ne parlano anche altri giornali
Emergono nuovi dettagli relativi alla vicenda di Marsa Alam, che ha portato alla morte del turista romano Gianluca Di Gioia, aggredito da uno squalo, coinvolgendo il soncinese Peppino Fappani, che ha provato a salvare la vittima. (CremonaOggi)
Hanno eseguito la sutura di tutte le ferite riportate, fortunatamente non profonde, e dovrebbe essere dimesso oggi pomeriggio. Così Cristina, la figlia di Giuseppe Fappani, l'uomo attaccato da uno squalo a Marsa Alam in Egitto, ha raccontato l’accaduto a Rtl 102.5 nel corso di Non Stop News. (La Provincia di Cremona e Crema)
L’uomo residente nel comune cremasco, che si trovava in vacanza insieme alla moglie, dovrebbe essere dimesso mercoledì mattina, primo gennaio, ed eventualmente il suo rientro in Italia è previsto per il tardo pomeriggio del giorno stesso. (CremonaOggi)
«No, no, non riesco ancora a crederci. Peppino Fappani, 69 anni, chiama la figlia Cristina d primo mattino: voce bassa, emozioni contrastanti, tra la gioia di essere un miracolato e lo choc per aver assistito impotente alla morte di Gianluca Di Gioia nella baia da sogno di Marsa Alam (ilgazzettino.it)
Dai primi elementi dell'inchiesta sulla morte del turista italiano Gianluca Di Gioia e sul ferimento di Peppino Fappani nella zona di Marsa Alam, in Egitto, emerge che ad attaccarli è stato uno squalo tigre, lungo 2,5 metri, una specie che il ministero dell'Ambiente egiziano aveva posto sotto sorveglianza e tracciamento satellitare l'anno scorso dopo un incidente simile che ha riguardato un turis… (la Repubblica)
Atti persecutori, maltrattamenti, violenza sessuale, revenge porn. Sono fenomeni frequenti e spesso molto gravi, per i quali la normativa introdotta dal “Codice Rosso” consente di adottare più celermente i provvedimenti di protezione. (Frosinone News)