Rave party, quattro gatti a Roma e a Firenze ai raduni contro il decreto del governo
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Un flop annunciato. Scarsissima la partecipazione alle proteste metropolitane contro il decreto sui rave party del Viminale. Tanto tuonò che non piovve. In meno di 200 hanno aderito a Roma alla manifestazione non autorizzata per dire no al provvedimento voluto dal ministro Piantedosi a poche ore dal maxi raduno di Modena dello scorso ottobre (che si è concluso con lo sgombero dell’area). Tanto chiasso e poche persone anche a Firenze (Secolo d'Italia)
Se ne è parlato anche su altri giornali
E dopo la stretta del governo contro i «ritrovi musicali non autorizzati nella aree industriali dismesse», l’ondata di protesta è cresciuta fino a sfociare ieri nel pieno dell’atmosfera natalizia. Da Nord a Sud, la mobilitazione è stata nazionale, con manifestazioni di musica in città: «Street rave» in tutta Italia. (La Stampa)
E pure contro le carceri e la "criminalizzazione" della prostituzione, come illustrano alcuni degli striscioni appesi ai nove camioncini che scortano il corteo carichi di casse e amplificatori da cui esce ininterrottamente musica techno a tutto volume. (il Resto del Carlino)
Le feste libere non sono un crimine. «Free party is not a crime». (Corriere)
Il fiume umano della Street parade contro il governo e il decreto Piantedosi coglie impreparati i cittadini nel sabato che precede il Natale, nonostante un’ordinanza comunale per il dispositivo traffico e la manifestazione annunciata da giorni. (La Repubblica)
Sono centinaia i giovani che hanno partecipato al corteo organizzato da vari gruppi antagonisti contro il decreto anti rave del Governo. «Ci hanno tolto la luna ci prendiamo le strade», lo striscione che apre la manifestazione con circa seicento manifestanti al seguito. (LA NAZIONE)
E così la strada diventò un’immensa pista da ballo, così grande da coprire la distanza tra piazza Dante e Plebiscito, con almeno 5000 persone - anche se c’è chi giura che siano il doppio - a danzare e protestare. (ilmattino.it)