Sei pazienti su dieci rinunciano a curarsi: colpa delle liste d'attesa e dei costi eccessivi. Ma medici e infermieri sono «promossi»

Sei cittadini su dieci ammettono di aver rinunciato spesso o almeno una volta alle cure mediche. Il fenomeno è più diffuso tra le famiglie meno abbienti. E il 64,6% di chi non si è fatto visitare o non si è sottoposto a un accertamento medico ha preso questa decisione a causa delle lunghe liste d’attesa. Al secondo posto la mancata disponibilità economica. La fotografia emerge dall’indagine «Servizio sanitario in Lombardia» condotta dalla Cisl coinvolgendo i propri iscritti. (Corriere Milano)

Su altre fonti

Fabio Nava, segretario generale aggiunto della CISL Lombardia, ha sottolineato l'importanza di questo dialogo continuo con gli iscritti: "Il confronto costante ci permette di costruire un’organizzazione che mette le persone al centro, rappresentandole e tutelandole con efficacia. (MBNews)

Presentati a Milano i risultati di un sondaggio condotto tra gli iscritti della CISL regionale sul “Servizio Sanitario in Lombardia”, un lavoro curato da BiblioLavoro, il centro studi dell’organizzazione sindacale. (Cisl Brescia)

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Attese interminabili: sei persone su dieci rinunciano a curarsi nella sanità pubblica

Lo rivela un’indagine curata dal Centro studi del Sindacato. La prima causa sono i tempi d’attesa. La spesa media per famiglia nel 2023 per visite, esami e ricoveri è stata di poco meno di 1000 euro (Diocesi di MIlano)

La spesa media per visite, esami e ricoveri in Lombardia si aggira attorno a 915 euro a testa, mentre quella per farmaci, cure odontoiatriche, fisioterapia e simili, è stata di poco meno di 1.200 euro. (IL GIORNO)

Chi rinuncia alle cure nella sanità pubblica Che le liste bloccate fossero un problema per i cittadini i tutta Italia è evidente da tempo. Ora però lo ribadisce anche un'inchiesta portata avanti dalla Cisl, relativa a circa 11.520 suoi associati lombardi. (Today.it)