Kering in caduta libera dopo la nomina del nuovo direttore creativo di Gucci

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Il mercato non ha gradito. La nomina di Demna Gvasalia come nuovo direttore creativo di Gucci, annunciata dopo mesi di attesa e speculazioni, ha scatenato una reazione a dir poco negativa sui mercati finanziari. Il titolo di Kering, il gruppo francese proprietario del marchio fiorentino, ha perso circa il 15% in una sola mattinata, un crollo che si inserisce in un contesto già fragile per il colosso del lusso. Da tempo, infatti, il settore sta affrontando un rallentamento sistemico, con performance deludenti rispetto ad altri comparti come quello bancario o della difesa, che invece continuano a registrare dati più solidi.

Gucci, che rappresenta il fiore all’occhiello di Kering, non riesce a trovare stabilità da quando Alessandro Michele, ora alla guida creativa di Valentino, ha lasciato la maison. Le vendite sono in calo, così come le quotazioni in Borsa, e l’arrivo di Gvasalia, già noto per il suo lavoro alla guida di Balenciaga, non sembra aver rassicurato gli investitori. La scelta di puntare su un nome interno, seppur di fama internazionale, non è stata sufficiente a invertire la rotta. Anzi, ha accentuato le preoccupazioni di chi teme che il marchio non riesca a rinnovarsi in modo convincente.

Il settore del lusso, in Europa, sta vivendo un momento di transizione complesso. Mentre Bernard Arnault, patron di Lvmh, sembra voler rimanere alla guida del suo impero ancora a lungo, nonostante l’età avanzata, altri gruppi come Kering stanno cercando di rinnovarsi puntando su figure giovani e innovative. François-Henri Pinault, alla guida di Kering, ha scelto di affidarsi a creativi outsider, o quasi, con l’obiettivo di trasformare Gucci da icona di uno stile “senza tempo” a vera e propria “fashion authority”. Una strategia ambiziosa, che però non ha ancora dato i frutti sperati.

La nomina di Gvasalia, che segue quella di Sabato De Sarno, è stata accolta con scetticismo. Il mercato, evidentemente, non è convinto che il nuovo direttore creativo possa essere la chiave per risollevare le sorti del brand. E mentre Gucci cerca il suo “tocco magico”, Kering si trova a dover affrontare una crisi di fiducia che rischia di avere ripercussioni durature. Il crollo del titolo, infatti, non è solo un segnale di sfiducia verso la nuova direzione creativa, ma anche un riflesso delle difficoltà più ampie che il settore del lusso sta attraversando in questo momento.