2073, di Asif Kapadia
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Ispirato a La jetée di Chris Marker, un documentario fantasy che viaggia nel tempo sull’avvento dei regimi totalitari e la perdita della democrazia. Ma gira a vuoto. VENEZIA81. Fuori Concorso. “Spero che qualcuno trovi questo messaggio. È troppo tardi per me. Spero non lo sia per voi”. Ci sono incendi, alluvioni, coprifuochi, violenze della polizia sui civili. Sono squarci del presente già proiettati verso il futuro dove il pianeta sembra abbandonato. (Sentieri Selvaggi)
Su altre fonti
Ora è stato diffuso il trailer di 2073, il prossimo lavoro del regista che sarà presentato in anteprima a Venezia questa settimana. Nel suo nuovo titolo Kapadia ci offre un ibrido tra fiction e non-fiction, affrontando la direzione orwelliana verso cui si sta dirigendo la nostra società. (Movieplayer)
2073 è ambientato in un futuro dispotico in cui Samantha Morton interpreta una donna che vive nei sotterranei di una città nel 2073 37 anni dopo l'«Evento», recita un cartello in un mondo postatomico controllato dalla polizia con droni e telecamere. (il Giornale)
Pubblicazione: 05 settembre alle 08:06 (BadTaste)
Nel 2073 la capitale delle Americhe (non degli Stati Uniti) è New San Francisco, una città desertificata e devastata dall’inquinamento, monitorata in ogni angolo da frotte di droni, videocamere di controllo e polizia, anche robotica. (MYmovies.it)
Asif Kapadia, regista premio Oscar (per il doc Amy), ripercorre la genesi del film che presenta fuori concorso a Venezia, un documentario ibridato con una storia sci-fi, che prefigura un futuro allarmante per l’umanità. (Elle)