Verso un futuro nucleare sostenibile: un corso Enea sulle sfide nel settore energetico

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LA STAMPA Finanza INTERNO

A seguito dei crescenti allarmi sul cambiamento climatico e della crisi nel settore energetico per il conflitto Russia-Ucraina, l’energia nucleare è tornata alla ribalta. In particolare, si discute molto di nuove tecnologie da sviluppare nel medio termine come i piccoli reattori modulari (SMR e AMR) e le centrali di IV generazione e, nel lungo termine, della fusione, come possibili soluzioni per decarbonizzare il settore energetico e quello industriale. (LA STAMPA Finanza)

Se ne è parlato anche su altri media

L’idea dell’esecutivo è che a regime nel nostro Paese potrebbero entrare in funzione 15-20 mini reattori nucleari, in sigla SMR, strategicamente dislocati sul territorio nazionale così soddisfare in primo luogo le esigenze dei settori industriali più energivori, come per esempio la siderurgia, per poi diffondersi ulteriormente. (Nicola Porro)

Nucleare mini reattori: il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin conferma che saranno previsti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima definitivo (Pniec) definitivo che verrà inviato entro giugno a Bruxelles. (Economy Magazine)

Sul ritorno al nucleare il governo ci prende in giro, vi spiego perché (Today.it)

Un tema che ha ripreso slancio subito dopo l'inizio della guerra in Ucraina che ha messo l'Europa di fronte all'indubbia e immensa questione energetica che l'attende nei prossimi decenni. La voglia è tornata e per certi versi non se n'è mai andata del tutto. (L'HuffPost)

L’Italia punterà sul nuovo nucleare per sostenere le fonti rinnovabili, dai pannelli fotovoltaici, alle pale eoliche fino ai bacini idroelettrici, nella produzione di energia che guarda alle emissioni zero. (ilmessaggero.it)

È quasi luogo comune parlare di “Rinascimento nucleare” per indicare il nuovo interesse che si sta diffondendo nel mondo nei confronti dell’energia nucleare. L’energia nucleare nel suo ciclo produttivo non provoca emissioni di gas climalteranti; richiede quantità limitate di combustibile – quasi sempre uranio arricchito – che può essere facilmente stoccato e posto a riserva per tempi migliori; infine, consente la produzione di energia elettrica con costi che, almeno così accadeva nel passato, sono inferiori a quelli di molte altre fonti di energia. (ISPI)