Se gli immigrati non fanno più figli

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
il Giornale INTERNO

Nel 1964 i nuovi nati in Italia superarono quota 1 milione e 35mila. Un record storico che si paragona quasi con sgomento ai dati dell'anno scorso, quando a vedere la luce sono stati 379.890 neonati. Anche questo un primato, ma negativo: siamo a un terzo o poco più rispetto al boom. E non basta. Nel 2024, ha detto ieri l'Istat, potrebbe andare pure peggio: nei primi sette mesi le nascite sono scese ancora, di 4.600 unità. (il Giornale)

Su altre fonti

«Cambiamenti culturali e sociali, come l'aumento dell'età media per la nascita del primo figlio (31,7 anni) e una diminuzione delle nascite da genitori stranieri, riflettono l'instabilità economica e l'assenza di sicurezza lavorativa. (Vanity Fair Italia)

I nati nelle Marche nel 2023, in tutto 8.797, sono appena il 40% di quanti ne vennero al mondo sessant'anni fa (22.081 nati nel 1964), nella fase più prolifica del baby boom nazionale. Non che la nostra regione sia tra le più gelide dell’inverno demografico attraversato dall’Italia, che lo scorso anno - come attesta il rapporto Istat su “Natalità e fecondità della popolazione 2023” - ha fatto segnare un record al ribasso per le nascite, scese a 379.890, con un calo del 3,4% sull’anno precedente. (corriereadriatico.it)

Il nostro territorio è quello che nel 2023 ha resistito meglio di tutti al fenomeno dell’inverno demografico registrando sette nati in più rispetto all’anno precedente: 2.232 contro 2.225, lo 0.3% in più. (CremonaOggi)

Si fanno sempre meno figli in Irpinia. Si è passati dai 4.262 del 1999 ai 2.583 del 2023. (ilmattino.it)

Istat: nel 2023 in Sicilia 1,3 nati per donna contro 1,5 del 1995. E il primo bambino arriva in media a 32 anni. La scelta è spesso legata alla precarietà lavorativa e alle difficoltà di mettere insieme lavoro e famiglia (Quotidiano di Sicilia)

“Meno casa, meno lavoro, meno figli e più giovani costretti a emigrare per cercare di costruirsi un futuro. Sono numeri impietosi quelli che emergono dalle statistiche di questi giorni, dati che aprono una riflessione e fanno interrogare sull’urgenza improcrastinabile di risposte a una generazione sempre più in difficoltà a pensare a una famiglia e a un orizzonte collettivo”. (News Rimini)