Spiati i conti correnti di Meloni, la premier: «Un dossier al giorno». E spunta l'idea di una norma “salva-privacy”

Di sbattere qualche porta o andare più a fondo sulla vicenda non c'è neanche stato il tempo. Tra il Consiglio dei ministri in mattinata, la visita di Volodymyr Zelensky a sera e, soprattutto, la base Unifil italiana finita sotto attacco in Libano nella notte, a palazzo Chigi sono scivolati un po' nelle retrovie i timori legati al nuovo affaire dossieraggi che vede al centro Giorgia Meloni. Eppure si parla di una vicenda è potenzialmente una nuova puntata di un caso aperto dagli accessi abusivi dell’ex finanziere Pasquale Striano alle banche dati con le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (Sos). (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Dopo l'inchiesta di Perugia sui presunti dossieraggi creati alle spalle di personaggi politici, un nuovo caso di violazione della privacy (nel migliore dei casi) riaccende dunque preoccupazioni e polemiche. (il Giornale)

Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a proposito dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Bari relativa ad un ex dipendente di banca per accessi «abusivi» a banche dati. (Corriere della Sera)

Licenziato dall’istituto bancario, che l’ha scoperto e denunciato, ora è sotto indagine a Bari (lavorava nella filiale di Bitonto) con l’accusa di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. (Il Fatto Quotidiano)

Conti bancari spiati, Intesa: lo abbiamo scoperto noi. Imbarazzo per gli alert mancati

E' quanto fa sapere Intesa Sanpaolo in relazione all'inchiesta della procura di Bari su presunti accessi illegali a conti correnti di politici tra cui la premier. (La Nuova Venezia)

Più severe le domande poste dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ancora a mezzo social: “Quanti dossier hanno costruito in que… La spia che veniva da Bitonto fa gridare al complotto contro il governo. (L'HuffPost)

Milano — “Need to know”, tre parole in inglese che sono la bussola per chiunque debba trattare dati sensibili. In un’organizzazione — spiega la direttiva europea Gdpr, che dal 2018 regola la materia — ciascuno può e deve avere accesso solo ai dati che, appunto, «ha bisogno di conoscere» per fare il suo lavoro. (la Repubblica)