Giulia Cecchettin, la famiglia chiede a Turetta 2 milioni per l'omicidio. Cos'è lo «iure hereditatis»

«Io al processo mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata». Lo scrive sui social Gino Cecchettin, papà di Giulia uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, all’indomani dell’arringa difensiva pronunciata davanti alla corte d’Assise di Venezia. «La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, garantito dalla legge in ogni stato e grado del procedimento. Tuttavia, credo che nell'esercitare questo diritto sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano», spiega l’uomo, assente durante la discussione degli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. (ilgazzettino.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

E Giulia? Una ragazza che è stata uccisa, ma che se fosse stata terrorizzata da lui non sarebbe andata all’ultimo appuntamento. Dolore che si aggiunge al dolore. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Lo scrive sui social Gino Cecchettin, papà di Giulia uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, all’indomani dell’arringa difensiva pronunciata davanti alla corte d’Assise di Venezia. «Io al processo mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata». (leggo.it)

“La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, garantito dalla legge in ogni stato e grado del procedimento. Tuttavia, credo che nell'esercitare questo diritto sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano”, spiega l’uomo, ieri assente durante la discussione degli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. (Tiscali Notizie)

Turetta, l'avvocato Giovanni Caruso: «Non c'è stata premeditazione, non era certo di volere uccidere Giulia Cecchettin»

Ma c’è il nodo delle aggravanti: a Turetta sono contestate premeditazione, atti persecutori e crudeltà, tutti punti rimarcati nella requisitoria del pm Andrea Petroni e respinti dalla difesa dell’imputato. (il Giornale)

Aveva preferito dedicarsi alle attività della Fondazione nata in suo nome, specie in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Ma le parole pronunciate ieri dai difensori di Turetta hanno spinto Gino a parlare: “Ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata – ha scritto in un post condiviso sui social – La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, ma credo sia importante mantenersi en tro un limite che è dettato dal buon senso e dal rispetto umano”. (il Resto del Carlino)

Durante la requisitoria in aula, i legali di Filippo Turetta hanno chiesto di non considerare le aggravanti che portano all'ergastolo richiesto dalla Procura. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev (ilmessaggero.it)