Scade la tregua di Pasqua, notte di raid russi sull’Ucraina

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ESTERI

La tregua pasquale annunciata da Vladimir Putin, che aveva offerto una pausa seppur breve nel conflitto, è terminata con un immediato ritorno alle ostilità. Nella notte tra domenica e lunedì, le sirene d’allarme hanno squarciato il silenzio in diverse regioni dell’Ucraina, mentre esplosioni segnavano il riaccendersi degli attacchi. Cherkasy, Kherson e l’area di Odessa sono state tra le prime a essere colpite, mentre a Kiev, nonostante la distanza dal fronte, le difese antiaeree sono entrate in azione.

«L’esercito russo ha lasciato cadere droni sulla regione», ha dichiarato Sergiy Lysak, governatore di Dnipropetrovsk, in un messaggio diffuso su Telegram. Le sue parole trovano conferma nei rapporti dell’Aeronautica militare ucraina, secondo cui nella notte sono stati lanciati tre missili e 96 droni, tra cui i temuti Shahed, noti per la loro capacità di colpire obiettivi con precisione. Un missile Onyx, progettato per colpire navi, è caduto nella regione di Kherson, mentre due Kh-31P, destinati a neutralizzare i sistemi radar, hanno raggiunto quella di Mykolaiv.

Nella zona di Chasiv Yar, teatro di aspri combattimenti negli ultimi mesi, fonti locali riferiscono che «il nemico continua gli attacchi nonostante il cessate il fuoco». Intanto, sui social network russi circola un video – la cui autenticità e datazione restano incerte – che mostrerebbe paracadutisti in azione. Si tratta, con ogni probabilità, di materiale propagandistico, diffuso per sostenere il morale delle truppe e della popolazione.

La ripresa delle operazioni militari, del resto, non sorprende chi segue da mesi l’andamento del conflitto. Già nelle scorse settimane, nonostante le dichiarazioni di Mosca, gli scontri non si erano mai completamente fermati, limitandosi a un calo d’intensità. Ora, con la fine della tregua, le ostilità riprendono a pieno ritmo, mentre l’Ucraina si prepara a fronteggiare una nuova ondata di attacchi, che potrebbero preludere a un’offensiva più ampia.