The Substance: 5 curiosità sull’horror femminista di Demi Moore
È arrivato nelle sale cinematografiche il giorno di Halloween, a ribadire il suo essere un horror e l’intenzione di non permettere agli spettatori di tornare a casa senza almeno un po’ di mal di stomaco. Ma in The Substance, il film diretto dalla regista francese Coralie Fargeat – insignito del premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 2024 – è molto più di uno splatter. È una pellicola femminista che ci invita a riflettere (anzi ci costringe a farlo) sull’ossessione per la perfezione e la paura di invecchiare. (DiLei)
Ne parlano anche altri media
Margaret Qualley e la questione della bellezza femminile in The Substance Al centro della storia, una star di Hollywood sulla via del tramonto (Moore) che accetta una sfida destinata a stravolgere per sempre la sua vita. (Vanity Fair Italia)
C'è di più oltre l'orrore: Coralie Fargeat ha incorporato nel suo film citazioni e omaggi a film cult. Ecco le principali e più evidenti reference. Scena per scena, iniezione per iniezione. (Movieplayer)
“The Substance” è un body horror attualissimo: se l’ossessione per il corpo giovane crea mostruosità estreme Il ritratto di Dorian Gray in chiave fantascientifica e splatter. La regista Coralie Fargeat ci immerge dal primo all’ultimo fotogramma in un carnevale di contrasti e doppi. (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)
Premiato a Cannes 2024 per la migliore sceneggiatura, arriva nelle sale italiane “The Substance”, film dalla vena horror horror scritto e diretto dalla francese Coralie Fargeat e interpretato da Demi Moore e Margaret Qualley (distribuito da I Wonder). (Il Centro)
Chissà che effetto farà The Substance di Coralie Fargeat al pubblico italiano. Già fatichiamo a digerire i generici spaventi del thriller/horror, figuriamoci quando la cifra gore e la totalizzante trasformazione fisica degli attori prendono il sopravvento sulla trama. (Il Fatto Quotidiano)
«È una storia drammatica che riflette su invecchiamento e bellezza» racconta la regista Coralie Fargeat «Abbiamo idealizzato il nostro essere femmine» dice qui l’attrice. (Panorama)