Gaza non conosce pace, Netanyahu valuta un piano per sfollare i civili palestinesi dal nord della Striscia

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LA NOTIZIA ESTERI

Gaza non conosce pace. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu in queste ore, mentre si appresta a lanciare una vasta offensiva sul Libano per colpire Hezbollah, sta valutando un piano per costringere tutti i civili palestinesi a lasciare la parte settentrionale della Striscia di Gaza, compresa Gaza City, per assediare Hamas e forzare il rilascio degli ostaggi. A dare notizia di questo progetto è la CNN, sottolineando che il piano non comprende se, quando e come sarebbe poi consentito ai civili palestinesi di tornare nell’area. (LA NOTIZIA)

La notizia riportata su altri giornali

"Esiste una sentenza del tribunale per la chiusura di Al Jazeera per 45 giorni" avrebbe riferito un soldato israeliano al capo dell'ufficio di Al Jazeera in Cisgiordania, Walid al-Omari. (Today.it)

Guerra a Gaza, il Wall Street Journal rivela le perplessità di Biden: "Improbabile un cessate il fuoco prima delle elezioni Usa" (LA NOTIZIA)

Hezbollah attacca Israele in rappresaglia per le esplosioni e i raid mirati dei giorni scorsi, che hanno fatto decine di morti. I miliziani libanesi hanno lanciato 105 razzi, la maggior parte dei quali intercettati, contro la Galilea, colpendo in particolare l'area di Haifa. (Adnkronos)

Ma non è del … (la Repubblica)

Ennesimo sabato di protesta in Israele contro la guerra a Gaza e a sostegno degli ostaggi rapiti da Hamas. Migliaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv chiedendo al governo di Benjamin Netanyahu di raggiungere al più presto un accordo per garantire il rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri dai militanti palestinesi (Il Sole 24 ORE)

Le manifestazioni più imponenti nella Storia israeliana e un premier che gioca con l’ambiguità. Siamo sull’orlo di una crisi storica? Sabato 7 settembre, si sono tenute delle manifestazioni numericamente parlando senza precedenti nella storia di Israele, con circa 500mila partecipanti a Tel Aviv e circa 250mila partecipanti nel resto del Paese. (IARI - Istituto Analisi Relazioni Internazionali)