«Napoli-New York», Gabriele Salvatores: «Il film agli Oscar? Ci spero». E tira fuori il cornetto portafortuna

«Chissà, l'Oscar è una cosa che ti arriva addosso all'improvviso, come successe con Mediterraneo. Certo ci spero, e penso che questo film possa piacere anche negli Stati Uniti e fare un percorso lungo. Qui c'è il mio portafortuna, sono napoletano». Gabriele Salvatores allarga il collo del pullover e tira fuori un piccolo cornetto rosso. Il regista è a Napoli per la presentazione del suo «Napoli-New York», da ieri nelle sale, e insieme a Pierfrancesco Favino incontra il pubblico in due sale partenopee, il Modernissimo e il Metropolitan. (napoli.corriere.it)

Ne parlano anche altri giornali

Pierfrancesco Favino diretto per la prima volta da Gabriele Salvatores. (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)

Insomma, quella che di solito si definisce con un termine ingrato «la confezione» è corretta, ma tutto questo non basta. New York è cinematografica, i valori produttivi ci sono (e come!), il look e l’impostazione tecnica sono quelli della grande epica. (WIRED Italia)

Napoli-New York”, la favola neo-realista di Gabriele Salvatores (con un tocco di Fellini) I due ragazzini clandestini e la loro "grande avventura". Un capitano che nasconde desideri e sofferenze. Le rovine e la fame, e il Sogno Americano. (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)

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Salvatores sembrerebbe guardare a Dickens, ma ben presto ci si ritrova soltanto nella polvere di quei romanzi, la stessa con la quale “Napoli-New York” si apre, dopo il crollo della casa dove viveva Celestina, unica superstite tra le macerie, che presto conosce Carmine, uno scugnizzo che vive in strada con piccoli espedienti e con il quale instaura un rapporto di amicizia infantile. (ilgazzettino.it)

Nel film lei parla un napoletano d’epoca, del Dopoguerra: quanto è stato difficile?«Mi sono avvicinato con timore alla lingua napoletana, chiedendo in qualche modo permesso ai miei miti partenopei, simboli di una grande tradizione teatrale e cinematografica. (napoli.corriere.it)

A scoprirlo fu lo studioso pisano Augusto Sainati. Qualche anno fa, da un vecchio baule di Tullio Pinelli (uno degli storici sceneggiatori di Federico Fellini), saltò fuori il trattamento di un film mai realizzato. (Corriere Fiorentino)