OIL.WTI scende e difende il livello di 70 dollari mentre l’OPEC+ ha accettato di allentare i tagli alla produzione a dicembre

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XTB ECONOMIA

OIL.WTI perde valore poiché l'OPEC+ ha concordato di allentare i tagli alla produzione a dicembre, secondo i rapporti del WSJ. Inoltre, l'OPEC ha informato che l'organizzazione sta collaborando con Russia, Kazakistan e Iraq per compensare l'eccesso di produzione passato. Il prezzo del petrolio è anche sotto pressione a causa di scorte EIA statunitensi superiori alle aspettative e della mancanza di una controffensiva israeliana contro l'Iran. (XTB)

La notizia riportata su altre testate

A spingere al ribasso i prezzi è la possibilità che l’Arabia Saudita abbandoni l’obiettivo del prezzo a 100 dollari al barile in vista di un aumento della produzione. Il prezzo del petrolio è ancora in calo sui mercati internazionali. (Corriere della Sera)

Prezzo del petrolio in aumento sui mercati delle materie prime: il Wti con consegna a novembre è scambiato a 68,89 dollari al barile con una crescita dell'1,04% mentre il Brent sempre con consegna a novembre passa di mano a 72,66 dollari al barile con un avanzamento dello 0,94%. (Tiscali Notizie)

Il petrolio Usa si porta sopra i 72 dollari (Wti +3,29% a 72,13 dollari al barile) e quello del Mare del Nord si avvicina ai 76 (Brent +3,03% a 75,79 dollari al barile). Nella vigilia, secondo le anticipazioni dell'American Petroleum Institute (Api), le scorte Usa sono scese di 1,45 miliardi di barili mentre per oggi è atteso un calo di 1,9 miliardi secondo l'Energy Information Administration (Eia). (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Petrolio sale con tensioni Iran-Israele, rallenta corsa ai beni rifugio

La Libia si sta preparando a riprendere la produzione di petrolio dopo che i governi rivali hanno risolto una disputa che aveva bloccato la produzione. Il WTI scambia - ugualmente ribassista - in area USD67,85 per azione. (Morningstar)

Milano, 26 set. A pesare è la notizia che l’Arabia Saudita, il più grande esportatore di petrolio al mondo, starebbe pensando a un aumento della produzione da dicembre, anche se la mossa dovesse portare a un periodo prolungato di bassi prezzi del petrolio. (Agenzia askanews)

Oltre al petrolio, ieri sono scattati gli acquisti anche sui beni rifugio come oro, titoli di Stato e dollaro, in un movimento “fligh to quality” tipico delle fasi di incertezza geopolitica, anche se il sentiment risk-off sui mercati sembra essersi placato per il momento. (Finanzaonline)