Francia, pressioni su Macron: “Premier entro le prossime ore”, Bayrou in pole

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La Stampa ESTERI

È durata un fine settimana la tregua nella crisi politica che sta attraversando la Francia, giusto il tempo di riaprire la cattedrale di Notre Dame. Oggi Emmanuel Macron riprende le trattative con le parti nel tentativo di trovare il nome del prossimo primo ministro che andrà a sostituire Michel Barnier, sfiduciato la scorsa settimana dalla sinistra e dal Rassemblement National. Dopo aver ricevuto la scorsa settimana i socialisti e i Repubblicani, oggi il presidente parlerà con i Verdi, i comunisti e con il piccolo gruppo parlamentare Libertà, indipendenti, oltremare e territori (Liot). (La Stampa)

Ne parlano anche altre testate

Riprendono gli incontri di Emmanuel Macron con i leader dei partiti in vista della formazione, fra oggi e domani, del nuovo governo. In pole position per la poltrona di premier, sempre il centrista François Bayrou, sul quale c'è stata però una levata di scudi della sinistra. (Tiscali Notizie)

Ha esortato il campo centrista del presidente a unire le forze con i repubblicani di destra (Lr), i parlamentari indipendenti e i socialisti. La presidente dell'Assemblea nazionale, Yael Braun-Pivet, ha affermato che un nuovo capo del governo dovrebbe essere nominato «entro le prossime ore». (Italia Oggi)

Francois Bayrou sarebbe il candidato principale per assumere il ruolo come nuovo premier, al posto di Michel Barnier, destituito con una mozione di sfiducia votata in accordo tra la coalizione di sinistra e i partiti di destra. (Il Giornale d'Italia)

"Chiederò al primo ministro che sarà nominato nelle prossime 48 ore di applicare un metodo condiviso" ha annunciato il presidente della Repubblica francese nel corso della riunione di oggi all'Eliseo con i capi dei partiti politici e dei gruppi parlamentari all'Assemblée Nationale, esclusi quelli delle estreme (Rassemblement National e La France Insoumise). (Borsa Italiana)

Emmanuel Macron vuole uscire in fretta dalla crisi politica, ma senza accettare compromessi. A tutti gli altri (dai Socialisti ai Repubblicani, passando per Comunisti, Verdi e Macroniani) ha chiesto di trovare un’intesa, senza però grandi garanzie in cambio. (Il Fatto Quotidiano)