Elezioni Usa, i giornali italiani in dubbio fino all'ultimo scelgono strade diverse e c'è anche chi la prima pagina la dedica ad altro
Le elezioni americane sono un fenomeno troppo importante perché ci si possa permettere di non coprirle. Peccato che la differenza di fuso orario sia ugualmente troppo importante per permettere ai giornali su carta italiani di avere in prima pagina l'esito finale. E per questo motivo mercoledì 6 ottobre il panorama dei quotidiani si è mostrato abbastanza variegato: la maggior parte delle testate ha puntato su titoli interlocutori, anche perché la sfida si giocava all'ultimo voto, ma qualcuna ha anche deciso di non dedicare alcun titolo in prima pagina, dedicandosi completamente ad altro. (Italia Oggi)
Ne parlano anche altri media
Donald Trump stravince e diventa il 47° presidente degli Stati Uniti. Il commento del direttore Carlo Alberto Tregua. (Quotidiano di Sicilia)
Se mai possibile, il "Il popolo degli impauriti" che ha votato il tycoon è l'analisi di un articolo interno. (Secolo d'Italia)
Sia chiaro: noi non abbiamo motivo per esultare della vittoria di Donald Trump, se non ragionando per un attimo su ciò che abbiamo rischiato, ovvero la vittoria di Kamala Harris. Che poi sarebbe stata la vittoria di quelli che tengono i fili di quell’uomo che è l’ombra di se stesso, quell’uomo del quale ancora gli Stati Uniti sfruttano il corpo, le membra (perché di testa e mente non è rimasto nulla), l’attuale Presidente Joe Biden. (Il Fatto Quotidiano)
Tutti i giornali del mondo (e le radio e le televisioni e i social e i bar dello sport) si affannano a spiegare oggi quello che non avevano capito ieri. E poi sentire che la vice - Biden non è stata in grado di intercettare il blablablà grido di dolore dell’America profonda blablablà, mentre Trump aveva capito blablablà che l’aumento del prezzo delle uova è il motivo che ha scatenato la rabbia della classe media e che blablablà la colpa è dell’inflazione e che blablablà gli islamici e la questione palestinese. (Il Centro)
Il voto Usa, con la vittoria trionfale di Donald Trump, ha affossato la credibilità di buona parte della stampa italiana che ha tifato invece che analizzare e informare. Non posso che dare ragione a Marco Travaglio che sul “Fatto Quotidiano” ha sottolineato come molte testate italiane, anche autorevoli, con corredo di volti peraltro costantemente presenti in tv, abbiano dato per vincente e in vantaggio Kamala Harris, senza accorgersi dello tsunami che stava giungendo contro le stordite élite del “sono progressista”, ma “il popolo non capisce nulla”. (LaC news24)
E’ rimarchevole lo scarto di informazioni e percezioni tra l’Europa e l’America, dove opinione pubblica e media da mesi davano per scontato che Trump vincesse, mentre da noi si è parlato sino all’ultimo di “testa a testa”: qui nessuno l’ha visto arrivare. (OnTuscia.it)