Sgarbi, chiusa l'indagine sul quadro di Manetti: «Corrisponde a quello rubato». Il critico rischia fino a 12 anni: «Accuse infondate, fiducia nei giudici»

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Corriere Roma INTERNO

Vittorio Sgarbi rischia da 4 a 12 anni di carcere per riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d’arte. A darne notizia è Il Fatto Quotidiano, annunciando la chiusura dell'inchiesta della procura di Macerata e rivelando i dettagli emersi dalla perizia sul quadro di Rutilio Manetti «La cattura di San Pietro», che non lascerebbero spazio a dubbi. Se non bastasse a inchiodare il critico d'arte, c'è anche la confessione di Pasquale Frongia, il pittore che avrebbe aggiunto la torcia, mancante nell'originale, al quadro dell'artista senese al centro dell'inchiesta che ha travolto l'ex sottosegretario alla Cultura, portandolo a dimettersi. (Corriere Roma)

La notizia riportata su altre testate

Dagli elementi indiziari raccolti, infatti, è emerso che l’uomo, sia durante la convivenza, sia dopo l’interruzione della relazione sentimentale, ha più volte compiuto azioni violente, sia fisiche che psicologiche nei confronti della donna. (Frosinone News)

Secondo un articolo pubblicato oggi dal "Fatto quotidiano", la Procura della Repubblica di Macerata che conduce le indagini sulla provenienza del quadro titolato "La cattura di San Pietro" esposto in una mostra a Lucca curata dal noto critico d'arte ed ex sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, l'opera sarebbe la medesima sottratta al Castello di Buriasco e quindi non proveniente da una sua villa in provincia di Viterbo come da lui sostenuto. (L'Eco del Chisone)

Il dipinto al centro dell'inchiesta e Vittorio Sgarbi Chiusa l'inchiesta della procura di Macerata sulla vicenda del quadro del pittore del Seicento senese Rutilio Manetti, che vede indagato Vittorio.. (Virgilio)

Il dipinto, sostiene l'accusa, «coincide per materiali, tecnica esecutiva e morfologia del degrado con i frammenti consegnati dal denunciante del furto». (Corriere del Ticino)

Le indagini del Reparto operativo dei Carabinieri Tutela patrimonio culturale, coordinati dalla Procura di Macerata, sono scattate a seguito di alcune dichiarazioni rese dall’ex restauratore bresciano della famiglia Cavallini-Sgarbi, inizialmente raccolte nell’ambito di un altro fascicolo processuale, che hanno determinato l’apertura di un nuovo versante d’indagine riguardante l’opera raffigurante "La cattura di San Pietro", attribuita al pittore senese Rutilio Manetti, ricevuta e restaurata dal libero professionista tra il 2015 e il 2016 su incarico di Vittorio Sgarbi (La Nuova Ferrara)

Parla Pasquale Frongia, in arte Lino, 66 anni, amico di Sgarbi, pittore abile copista: «La torcia nell’origine non c’era, fu lui a chiedermi di aggiungerla», ha raccontato. Svolta nella vicenda di Vittorio Sgarbi e del quadro di Manetti rubato nel 2013. (Corriere TV)