"Toti sottoposto a un ricatto: se non ti dimetti, non esci. È una forzatura inaccettabile"

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Ponte sullo Stretto

Carlo Calenda, lei ha definito «una brutta pagina per la democrazia» le dimissioni del governatore Giovanni Toti. Perchè? «Toti è un mio avversario, politicamente. Ma non si può non vedere quel che è successo. É stato sottoposto a un chiarissimo ricatto: se non ti dimetti non esci. Mi sembra una forzatura del tutto inaccettabile, indegna di uno Stato di diritto: per la Costituzione, Toti come tutti i cittadini, eletti o meno, è solo un indagato, innocente fino a condanna definitiva. (il Giornale)

Ne parlano anche altre testate

«Da questo momento torno anche io ad essere un semplice, comune cittadino della nostra bellissima Liguria». A tre mesi dall’arresto con l’accusa di corruzione, Giovanni Toti ha ceduto al diktat dei giudici, rassegnando le dimissioni da presidente della Regione Liguria. (Il Dubbio)

"Mi auguro esistano altre opportunità in futuro di lavorare nuovamente insieme". È questo il messaggio lanciato sui social dal sindaco di Genova Marco Bucci all'ormai ex presidente di Regione Giovanni Toti, che questa mattina ha rassegnato le sue dimissioni irrevocabili. (Primocanale)

Giovanni Toti ha dato le dimissioni dall'incarico di governatore della Liguria. Lo si è appreso dalla Regione. A consegnare la lettera di "dimissioni irrevocabili" all'ufficio protocollo della Regione Liguria è stato questa mattina alle 10.40 l'assessore Giacomo Giampedrone su delega dello stesso Toti. (Avvenire)

Giovanni Toti e i suoi avvoltoi (di A. De Angelis)

"A noi il processo immediato va benissimo, piuttosto che stare ancora due, tre anni sulla graticola". A dirlo è l'avvocato Stefano Savi, difensore del governatore della Liguria dimissionario, Giovanni Toti (La Stampa)

I segnali portavano tutti nella stessa direzione: il congelamento degi incontri già autorizzati dal gip con il leader della Lega Matteo Salvini e con l’assessore Marco Scajola, il rinvio del summit dei coordinatori regionali dei partiti della coalizione, previsto proprio per ieri, ma anche quella ’fretta’ della Lega imperiese di individuare in una riunione ad hoc i due candidati al consiglio regionale in caso di elezioni anticipate, e la decisione della lista del governatore di cambiare nome, togliendo dall’intestazione la parola ’presidente’. (LA NAZIONE)

Diventò “lady alluvione”, in un clima di grillismo contagioso, cui non fu immune nemmeno il centrodestra d’allora, secondo un copione consueto per cui lo scintillante garantismo veniva riservato solo a Silvio Berlusconi, sugli altri in base ai calcoli. (L'HuffPost)