Verona, perché il poliziotto ha sparato con la pistola e non ha usato il taser

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Corriere della Sera INTERNO

Mulinano, le domande sulla morte di Moussa Diarra. E aleggiano, di pari passo con le ipotesi. Ma ce n’è una che prevarica sulle altre. E che da domenica mattina sussurra come una nenia. «Perché per fermarlo non è stato usato il taser?» recita il refrain. Già, il taser. Quella «pistola elettrica» detta anche «storditore elettrico», che molti vedono come una panacea. Alternativa «non letale» alle armi da fuoco tradizionali. (Corriere della Sera)

Su altre testate

Un unico colpo di pistola ha provocato la morte di Moussa Diarra, il 26enne del Mali, ucciso domenica 20 ottobre alla stazione dei treni Verona Porta Nuova. A confermarlo l'autopsia effettuata oggi, giovedì 24 ottobre, nella sede di Medicina legale del Policlinico cittadino dalla professoressa Federica Bortolotti. (ilgazzettino.it)

Si è trovato davanti un pazzo furioso che menava fendenti a destra e manca ma, prima di agire, interpretando la logica del magistrato che lo ha indagato, avrebbe dovuto almeno farsi dare una coltellata, possibilmente non in modo grave, per potere poi agire di conseguenza. (il Giornale)

Continuano ad emergere dettagli sulla vita di Moussa Diarra e sulla sua tragica morte. Sono stati diffusi giovedì 24 ottobre i primi dati dell’autopsia svolta sul corpo del ventiseienne maliano, ucciso da un colpo al petto sparato dalla polizia ferroviaria domenica 20 ottobre, a Verona (Radio Onda d'Urto)

A lui è intestato il conto corrente aperto mercoledì scorso insieme ad alcuni colleghi ristoratori veronesi per raccogliere fondi con cui contribuire alle spese legali del poliziotto – ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa – che ha sparato a Moussa Diarra, la notte tra sabato e domenica poco fuori dall'ingresso della stazione Porta Nuova, uccidendo il giovane originario del Mali che si era scagliato contro l'agente armato di coltello. (Corriere della Sera)

La dinamica dei fatti è ancora oggetto di indagine da parte delle forze dell'ordine e della procura, mentre la comunità locale e diverse associazioni chiedono chiarezza e giustizia. L'episodio, avvenuto alle prime luci di domenica, ha visto Moussa perdere la vita per mano di un agente della polizia ferroviaria. (La Voce di Rovigo)

Costituisce una riflessione e un seguito rispetto alle polemiche suscitate dalla morte di Moussa Diarra, il ventiseienne del Mali ucciso da un poliziotto domenica 20 ottobre davanti alla stazione ferroviaria Porta Nuova di Verona, mentre, in stato alterato, cercava di avventarsi sugli agenti armato di un coltello. (Il Fatto Quotidiano)