Quali effetti avranno i dazi di Trump su Stellantis?
Il titolo Stellantis è in calo per il secondo giorno consecutivo, dopo la notizia di nuovi dazi da parte della futura amministrazione Trump. In seguito all’annuncio del Presidente eletto Donald Trump di imporre un dazio del 25% sulle importazioni di veicoli prodotti in Messico e Canada, che renderebbero economicamente impraticabile la vendita negli Stati Uniti di automobili prodotte in questi due paesi, abbiamo analizzato le case automobilistiche europee e in particolare il rapporto tra la loro produzione negli Stati Uniti e la percentuale di vendite sul mercato statunitense rispetto al totale. (Morningstar)
Su altre fonti
E lo ha fatto dando fuoco alla miccia del suo social, Truth, dal quale ha sparato le prime bordate. Prim’ancora di varcare la soglia della Casa Bianca – mancano quasi due mesi all’insediamento – Donald Trump ha già aperto la guerra dei dazi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Le borse procedono incerte e con prudenza, dopo che ieri il presidente eletto ha annunciato che imporrà tariffe del 25% su tutte le importazioni del Canada e del Messico e un ulteriore 10% sui prodotti cinesi (AGI - Agenzia Italia)
La questione dei dazi torna al centro della scena, generando nervosismo, soprattutto fuori dai confini statunitensi. Dalle preoccupazioni alle parole, ma ancora in attesa dei fatti concreti. (eToro)
La promessa di Donald Trump di imporre nuovi dazi a Pechino ha un chiaro obiettivo: ridurre l'afflusso negli Stati Uniti del fentanyl, il potente oppioide sintetico che uccide ogni anno decine di migliaia di americani. (Adnkronos)
Ma soprattutto ha riacceso i timori per l’impatto che le tariffe potrebbero avere anche sull’industria europea e sui prodotti del made in Italy. La minaccia ieri ha affondato in Borsa i titoli delle case auto, che producono molto in Messico, e indebolito ulteriormente l’euro nel cambio con il dollaro. (ilmessaggero.it)
E un’ulteriore misura per colpire la Cina, il principale rivale strategico: un ulteriore aggravio del 10% da sommare a ogni «tariffa addizionale» e di sicuro ai dazi medi del 15% già in vigore dagli anni della sua prima amministrazione. (Il Sole 24 ORE)