Gisèle Pelicot, una sentenza che vale per tutte le donne
I primi pensieri di Gisèle Pelicot sono andati ai tre figli, David, Caroline e Florian, ai nipoti «perché loro sono il futuro ed è per loro che ho condotto questa lotta», e «alle mie nuore e a tutte le altre famiglie toccate da questo dramma. Penso alle vittime non riconosciute. Voglio che sappiate che amo la stessa lotta». Il coraggio con cui Gisèle Pelicot ha deciso di affrontare la vita pubblica, dopo la scoperta di quanto fatto dall’ex marito nell’arco di dieci anni – Dominique Pelicot ha somministrato all’ex moglie farmaci in grado di renderla incosciente così da permettere ad almeno una cinquantina di uomini (quelli che le Forze dell’ordine sono stati in grado di identificare) di stuprarla nella propria casa – è stata la cifra distintiva del processo che ha sconvolto l’opinione pubblica francese negli ultimi mesi. (Il Sole 24 ORE)
La notizia riportata su altri media
Il marito Dominique, 72 anni, è stato condannato a 20 anni di carcere, la pena massima prevista, perché avrebbe drogato e violentato sistematicamente la moglie per quasi un decennio nella loro casa di Mazan, nel sud della Francia. (WIRED Italia)
Giustizia, forse, … Vent’anni per Dominique, pene fino cinque anni per gli altri (molto meno di quanto aveva chiesto l’accusa, fino a 15 anni). (L'HuffPost)
Dominique Pelicot è stato condannato al massimo della pena, 20 anni di carcere, per gli stupri aggravati contro l'ex moglie Gisèle Pelicot, nel processo sugli stupri di Mazan, che si chiude oggi ad Avignone. (L'Unione Sarda.it)
Abita un … MAZAN (Avignone). (La Stampa)
Suo marito, Dominique, è stato condannato a 20 anni di prigione per averla drogata e averle imposto almeno 200 stupri compiuti da 50 altri uomini, anch’essi condannati in un processo senza precedenti nella storia francese, che ha attirato l’interesse del mondo intero (ne ha scritto Laura Marzi il 23/11, nell’inserto dedicato alla violenza maschile, intervistando Victoire Tuaillon, ndr). (il manifesto)
Penso anche alle vittime non riconosciute, le cui storie rimangono spesso nell'ombra. «Penso anche a tutte le famiglie colpite da questa tragedia. (Corriere TV)