La rivolta dei giornalisti Rai contro la nuova par condicio: 'Servizio pubblico come megafono del governo'

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Ne parlano anche altri media

I giornalisti Rai hanno detto no alla riforma della nuova par condicio. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio”. (StrettoWeb)

Con l'approvazione del regolamento per le prossime elezioni europee, chi violerà le regole già in vigore dal 1993 e dal 2000 subirà multe salate da parte dell'Agenzia". Lo spiega a Today.it il responsabile comunicazione del Partito Democratico, Sandro Ruotolo, commentando il voto il voto del consiglio dell'Agcom sul regolamento per le prossime elezioni europee. (Today.it)

A dire la sua su questo tema è intervenuto, in una intervista a La Stampa, anche Massimo Giletti muovendo una critica anche alla premier Meloni: “Pensavo che il nuovo che ci governa oggi facesse un passo avanti e invece continua a fare varianti sull’eredità di un mondo finito. (Il Fatto Quotidiano)

Contro la par condicio Il paradosso del serial killer (Virgilio Notizie)

«La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono – si legge nel comunicato Usigrai - Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. (Corriere TV)

Nel senso che la Rai sarà soggetta in vista delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno prossimi alle nuove regole messe a punto dalla commissione di Vigilanza che permettono a ministri e governo di intervenire in trasmissione al di fuori dei tempi contingentati su argomenti considerati di interesse del proprio settore di competenza per «garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative». (Italia Oggi)