Da "ancora nostra" a "siamo solo noi": il trionfo dell'Italia di Sinner e Berrettini in Coppa Davis sui giornali

Da Malaga a Malaga, l'Italia è ancora regina di Coppa Davis. Guidata dai trionfi di Matteo Berrettini e Jannik Sinner , la squadra azzurra - composta anche da Lorenzo Musetti, Simone Bolelli e Andrea Vavassori - ha steso i Paesi Bassi nella finalissima e confezionato uno storico back-to-back dopo il successo del 2023. Il modo migliore per chiudere in bellezza un 2024 leggendario per la racchetta azzurra. (Eurosport IT)

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Foto di Brigitte Grassotti Nessuno voleva perdersi il secondo successo consecutivo dell’Italia del tennis nella Coppa Davis 2024! Questo il verdetto che si può trarre dai dati relativi agli ascolti TV di domenica 24 novembre, con la finale tra Italia e Olanda che ha riscosso ancora una volta grande successo. (TennisItaliano.it)

Le lacrime di Berrettini (Vanity Fair Italia)

La Coppa Davis di Matteo Berrettini

Oggi i cannibali siamo noi, ed è emblematico che gli azzurri siano andati a conquistare consecutivamente la seconda e la terza insalatiera della loro storia (la prima risaliva al 1976) a Malaga, proprio in casa di quella Spagna che l’anno scorso manco c’era, e quest’anno non è riuscita a nascondere i propri limiti dietro il crepuscolare, malinconico Nadal e dietro Alcaraz che è sì un fenomeno nei picchi, ma di Sinner non ha né la continuità di rendimento, né la capacità di fare squadra. (L'Eco di Bergamo)

La Coppa degli amici. Sinner marcato a uomo dagli abbracci di Musetti, Bolelli, Vavassori; lui che cerca il cuore largo di Berrettini, il gigante di panna che, al contatto, si scioglie in lacrime. (Corriere della Sera)

È la Coppa Davis di Matteo Berrettini, e lo è stata nonostante Jannik Sinner, che ormai sembra semplicemente appartenere a un'altra realtà: illegale. È la Coppa Davis di Matteo Berrettini, capo-ultrà a bordo campo, con la manica tirata su a mostrare il tatuaggio della rosa dei venti, o di una spada che infila un cuore da guappo di Notre-Dame de Fleurs, fare un tifo esaltato, entusiasta anche solo di essere lì; la felicità di chi forse credeva che non ce l’avrebbe fatta, a giocare ancora sfide sportive con quel peso: sentirsi importante, poter scrivere la storia. (L'Ultimo Uomo)