A due giorni dal cessate il fuoco Israele colpisce ancora il Libano: quando l’impunità è regola

A due giorni dal cessate il fuoco Israele colpisce ancora il Libano: quando l’impunità è regola
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Fatto Quotidiano ESTERI

A meno di due giorni dall’inizio del cessate il fuoco, Israele ha colpito nuovamente il sud del Libano con un attacco aereo, dimostrando ancora una volta come possa agire senza temere conseguenze. Il pretesto, questa volta, era un presunto deposito di razzi di Hezbollah. È l’ennesima violazione del diritto internazionale da parte di un Paese che gode di protezione globale, alimentata anche dal sostegno di nazioni come la nostra, che è la terza fornitrice mondiale di armi in questa guerra genocida. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri media

La tregua La situazione (Virgilio Notizie)

«Si è aperta una finestra di opportunità. Ma dubito che si riesca a coglierla». Per israeliani e palestinesi, il nome di Gershon Baskin è sinonimo di mediatore. Da 46 anni, l’attivista per la pace e analista, nato negli Usa da una famiglia ebrea dove ha vissuto prima di trasferirsi a Gerusalemme, non si stanca di annodare i fili fra i due popoli che la politica e il fanatismo fanno di tutto per spezzare definitivamente. (Avvenire)

LIBANO Mentre osservatori, analisti e politici si interrogano sulle numerose insidie contenute nell’accordo, che lascia molto spazio alle libere interpretazioni delle parti coinvolte, ci si chiede quanto la sospensione delle ostilità possa fare da base per un’intesa politica sostenibile. (Limes)

Libano, tregua fragile: "L'Idf spara"

Dopo 416 giorni di violenza, la devastazione umanitaria e ambientale è insostenibile. Greenpeace auspica che l’avvio del fragile accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 27 novembre in Libano possa segnare un punto di svolta nel brutale conflitto che è costato così tante vite innocenti. (Greenpeace)

La rivelazione del New York Times: dopo l'accordo raggiunto sul Libano, anche l'Iran sembra intenzionato a rinunciare a una rappresaglia. E lo Stato ebraico non sembra interessato a concessioni (Adnkronos)

Con questa giustificazione, l'Esercito israeliano (Idf) ha colpito tre città lungo il confine, ferendo due persone, e hanno effettuato un raid contro un deposito di armi di Hezbollah nel Libano meridionale, spiegando che qui erano dispiegati razzi a medio raggio ed «è stata registrata attività di stampo terrorista». (il Giornale)