Le conseguenze del «trumpismo»

La stragrande maggioranza dei commenti europei e italiani sembra avere già scritto la narrazione della politica estera durante la presidenza Trump. Tanto più che — dati alla mano — il «trumpismo» non è un accidente della storia, ma rappresenta una svolta comportamentale dell’elettorato e dei suoi valori di riferimento, come peraltro dimostrano i risultati elettorali in tanti angoli d’Europa, dalla Francia alla Germania, dall’Italia a diversi Paesi dell’est europeo. (Corriere della Sera)

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Font +: Stampa Commenta Donald Trump deposityphoto (OKMugello - News dal Mugello)

Molle, queste elezioni Usa hanno segnato una autentica valanga pro-Trump. Si trova a governare da una posizione ancora più forte rispetto al primo mandato. L’impressione che si ha che sarà un secondo mandato più radicale, forte del consenso ottenuto, rispetto al primo. (Nuovi Lavori)

Antitetici in politica, i due presidenti si sono fatti interpreti di un sentimento popolare che ha contribuito a portare entrambi per due volte alla Casa Bianca. Lo aveva capito Barack Obama, ancor più lo ha compreso Donald Trump. (Il Fatto Quotidiano)

Una forte lesione al corpo della democrazia americana (di A. De Mattia, IAI)

Sull’argomento c’è un illuminante articolo di Isaac Asimov del 1980 e perfettamente attuale: “C’è un culto dell’ignoranza negli Stati Uniti, e c’è sempre stato. La tradizione dell’anti-intellettualismo è stata una tendenza costante che si è fatta strada nella nostra vita politica e culturale, alimentata dall’idea sbagliata che la democrazia significhi che la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza”. (The Vision)

Ora però, quando gli eventi e le news hanno ripreso a scorrere più lentamente, si può allargare lo sguardo. Nei giorni passati molto si è scritto sulla vittoria di Trump. (ilmessaggero.it)

È lecito chiedersi come la democrazia americana – che Sabino Cassese ha detto avere non poche rughe – affronterà la forte lesione che subirà il sistema dei “pesi e contrappesi”, su cui si fonda per molta parte, ora che la presidenza della Federazione, il Senato, probabilmente la Camera dei Rappresentanti e la Suprema Corte appaiono “in toto” allineati con il vincitore del confronto elettorale, Donald Trump. (L'HuffPost)