Saluto e pollice alzato: il Papa si affaccia al balcone del Gemelli

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la Repubblica SALUTE

"Francesco-Francesco": i cori hanno accolto papa Bergoglio che si è affacciato per la prima volta al balcone del policlinico Gemelli prima delle dimissioni. Sorridente, visibilmente affaticato ha sussurrato le prime parole al microfono per ringraziare una "signora con i fiori gialli". LEGGI (la Repubblica)

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Il suo corpo ha conosciuto la fragilità, la voce si è affievolita, ma ora il Pontefice lascia il letto d’ospedale per riabbracciare il Vaticano. «Il Papa viene dimesso e oggi torna a Santa Marta», annunciano i medici del Policlinico Gemelli, dove Jorge Mario Bergoglio è stato ricoverato il 14 febbraio. (La Sentinella del Canavese)

C'è attesa in Piazza San Pietro per le dimissioni imminenti del Papa dal Policlinico Gemelli e il suo ritorno a Casa Santa Marta. I pellegrini provenienti da varie parti del mondo, complice una giornata mite di sole, sfilano per via della Conciliazione sgranando i rosari nel percorso per attraversare la Porta Santa di San Pietro. (La Stampa)

Papa Francesco ha lasciato il Policlico Gemelli a bordo di una Fiat 500 bianca, diretto in Vaticano. Il Santo Padre era ricoverato da 38 giorni per problemi respiratori e proseguirà la convalescenza nella residenza Santa Marta. (ilmattino.it)

Il Papa, seduto sulla sua sedia a rotelle,è apparso affaticato ma ha sorriso rivolgendosi alla folla ringraziandola e facendo il gesto del pollice alzato. "Ringrazio tutti, saluto questa signora con i fiori gialli" le sue prime parole dopo 38 giorni di ricovero. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Carmela Vittoria Mancuso, 79 anni, ogni mattina si è presentata al policlinico Gemelli e ogni sera a piazza San Pietro per pregare per Papa Francesco che per 38 giorni è stato ricoverato per una polmonite bilaterale all'ospedale romano. (ilmattino.it)

Cari fratelli e sorelle, buona domenica! La parabola che troviamo nel Vangelo di oggi ci parla della pazienza di Dio, che ci sprona a fare della nostra vita un tempo di conversione. Questo contadino paziente è il Signore, che lavora con premura il terreno della nostra vita e attende fiducioso il nostro ritorno a Lui. (La Stampa)