Lettera aperta al Papa sull’Ucraina: solidarietà per aver parlato del ‘coraggio del negoziato’

Di Antonella Galetta Alla cortese attenzione di Sua Santità Papa Francesco e p.c. Al Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden Al Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky Alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen Al Cancelliere della Germania, Olaf Scholz Caro Papa Francesco, siamo donne e uomini che appartengono ad associazioni pacifiste laiche e religiose, presenti su tutto il territorio nazionale e che si riconoscono da sempre in tutte le Sue parole di Pace e in particolare in quelle pronunciate durante l’intervista della Tv svizzera di qualche giorno fa: “è più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca e di negoziare” , “la parola negoziare è una parola coraggiosa”, “bisogna avere il coraggio di negoziare in tempo, cercando qualche paese che faccia da mediatore e non avere vergogna di negoziare prima che le cose siano peggiori”. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

«Un conflitto globale». E alle porte, adesso, si prospetta un conflitto molto più ampio. (La Stampa)

“A San Giuseppe raccomandiamo anche le popolazioni della martoriata Ucraina e della Terra Santa, la Palestina, Israele che tanto soffrono l’orrore della guerra“. Così Papa Francesco riprendendo il discorso al termine dell’udienza del mercoledì, con voce un po’ affaticata. (LAPRESSE)

Che continuano a scambiare i loro desideri (o quelli dei loro padroni) per la realtà, con effetti comici. Dopo la … (Il Fatto Quotidiano)

Un sondaggio internazionale condotto dall’Aspen Institute, fornisce alcune risposte interessanti sull’orientamento delle opinioni pubbliche nei paesi occidentali sempre a rischio di essere tirati dentro ad una guerra contro la Russia. (Contropiano)

2 minuti Le parole di pace del Pontefice non hanno fatto l'unanimità. KEYSTONE (tvsvizzera.it )

È una questione di priorità, di parole da restituire al loro significato, di fiato e cuore con cui alimentare la speranza. (Avvenire)