Campo largo, the end. Conte: «Il simbolo del M5s non sarà vicino a quello di Italia Viva». Renzi replica: «Vuole dare battaglia a Schlein sulla pelle dell'Emilia-Romagna»
È in corso un massiccio attacco dall’Iran verso Israele: nel tardo pomeriggio è partito il lancio di centinaio di missili verso le principali città del Paese. Secondo il Jerusalem Post sarebbero almeno 500 i razzi piovuti sul Paese. L’esercito israeliano ha confermato quanto sta avvenendo e ha diramato un’allerta affinché tutti i residenti si rechino nei rifugi e vi rimangano sino a nuovo ordine. Le sirene L’Idf ha aggiunto che le esplosioni che si sentono a catena sono da attribuirsi all’intercettazione dei missili da parte della contraerea, che conduce a impatti su edifici o sul terreno di schegge e frammenti di razzi. (Open)
La notizia riportata su altre testate
Visto l’interlocutore, benservito prevedibile che si sarebbe dovuto evitare agendo con il necessario buon senso, quel buon senso che, nel PD, dal 2013 non esiste più, ove sia mai esistito. Abbiamo ricevuto il benservito, carissima Segretaria. (StrettoWeb)
In particolare per il Pd, il partito che più ha da perde… I conti, semmai, si faranno dopo. (la Repubblica)
Matteo Renzi salutò così, qualche mese fa, l’elezione della 5stelle Alessandra Todde a presidente della Regione Sardegna (lui aveva schierato ItaliaViva a favore di Renato Soru): «Il M5s è il partito della decrescita e dei sussidi. (Italia Oggi)
Non ci voleva una Cassandra per prevedere che il problema era più grande della Liguria. E che nel momento in cui veniva sfidato da Grillo - sfida esistenziale, di leadership e di identità - Giuseppe Conte non poteva permettersi di associare il suo nome a quello di Renzi, per quel che è e rappresenta per il suo mondo, da Bin Salman scendendo pe’ li rami. (L'HuffPost)
«Penso quello di Conte sia un modo per recuperare consenso», spiega ad alcuni deputati Lorenzo Guerini. Al Pd la misura è colma, anche se la linea della segretaria è sempre la stessa: non cadere nelle provocazioni di Conte. (Corriere della Sera)
Mentre ci si preparava a contare i danni dovuti al nuovo slittamento dell’approvazione del Defr, il documento di economia e finanza regionale ormai quasi fuori tempo massimo, su cui Michele Emiliano teme di non avere ancora i numeri necessari in Consiglio regionale, il quadro pugliese è stato superato e in qualche modo travolto da quello nazionale. (quotidianodipuglia.it)