Petrolio: rischio fiammata per Goldman Sachs, prezzi potrebbero salire di $20 al barile

Dopo una settimana in rally, le quotazioni del petrolio aprono la nuova ottava all’insegna dei ribassi: le preoccupazioni per l’eccesso di offerta e la domanda più debole contrastano le preoccupazioni che un più ampio conflitto in Medio Oriente possa ridurre la produzione iraniana. Le quotazioni Questa mattina i futures del Brent segnano un ribasso di 28 centesimi, o dello 0,36%, a $77,77 al barile mentre i futures statunitensi del greggio West Texas Intermediate sono scivolati di 19 centesimi, pari allo 0,26%, a $74,19 al barile. (Wall Street Italia)

Ne parlano anche altri giornali

Venerdì sera il presdente americano Biden ha suggerito a Tel Aviv di “pensare alternative” all’attacco ai pozzi di petrolio iraniani. Che nell’ottava dei mercati hanno portato il Brent, riferimento europeo per le quotazioni di greggio, sopra 78 dollari al barile, l’8% in più di una settimana prima. (la Repubblica)

Mentre i pasdaran iraniani minacciano di colpire le raffinerie e i giacimenti di gas israeliani se lo Stato ebraico attaccasse l’Iran – così le Guardie della rivoluzione citate dal Teheran Times – il greggio viaggia intorno ai massimi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Si teme che Israele attacchi gli impianti petroliferi dell’Iran. S&P monitora l’effetto di un conflitto prolungato sul rating del Libano (Milano Finanza)

Petrolio attende risposta Israele: tra gli scenari Brent a 150$/b

Il FTSE 100 apre in leggero rialzo; i minatori di metalli preziosi bloccano i guadagniIl benchmark britannico FTSE 100 ha iniziato la settimana in rialzo, sostenuto da un rally su ampia base e da un rapporto più morbido sul mercato del lavoro, mentre i titoli minerari dei metalli... (Marketscreener IT)

Tokyo ha chiuso in ria… In Asia, con le piazze finanziarie chiuse per festività – l'indice azionario di Hong Kong è sceso per la prima volta da più di una settimana. (la Repubblica)

Il pericolo immediato è una perdita di forniture da Teheran, ma non si esclude uno scenario più estremo con l’interruzione dei flussi petroliferi attraverso lo stretto di Hormuz. In ogni caso, un allargamento del conflitto rischia di pesare sulla produzione di greggio e di spingere ulteriormente al rialzo le quotazioni. (Finanzaonline)