Derby tra Inter e Milan, niente più scontri allo stadio ma incassi divisi a metà: la 'ndrangheta e il business della droga a Milano

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Corriere Milano INTERNO

Più che i colori delle maglie contano gli anni di carcere e le amicizie. Rivalità sugli spalti, carezze in strada e negli affari. Quel che «ribolle» sugli spalti del Meazza è molto di più di ciò che finora è stato detto e scritto sui gruppi ultrà di Inter e Milan. Perché secondo gli esperti dell’Antimafia milanese il calcio in queste storie non conta nulla. Anzi, c’è chi partendo da piccole carriere criminali ha potuto scalare le gerarchie delle curve che poi significa diventare il leader, ogni domenica, di un piccolo esercito di 6 mila tifosi. (Corriere Milano)

La notizia riportata su altre testate

Al pm Paol… Dal suo letto al San Raffaele, rispondendo in parte alle domande degli inquirenti e aggiungendo le sue dichiarazioni spontanee sulla lite che ha portato alla morte di Antonio Bellocco, Andrea Beretta ha spiegato anche alcune delle dinamiche della curva Nord nella ripartizione dei guadagni delle vendite di biglietti e merchandising. (La Repubblica)

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«Noi non siamo una democrazia che tutti possono dire quello che vogliono. In questa «falsa democrazia» però secondo gli inquirenti si nasconderebbe molto di più: droga, estorsioni, infiltrazioni mafiose. (Corriere Milano)

Lo sparo e i depistaggi. I dubbi degli investigatori sulla faida degli ultrà interisti

Ore 10.35 del 4 settembre, siamo in via Besozzi a Cernusco sul Naviglio. (IL GIORNO)

La pistola che avrebbe ferito il capo ultrà dell'Inter Andrea Beretta, accusato di aver ucciso ieri a Cernusco sul Naviglio (Milano) Antonio Bellocco, era di sua proprietà. Non è escluso che però Beretta si sia sparato da solo per crearsi un alibi. (Fanpage.it)

Quella che potrebbe innescarsi dopo l’uccisione di Antonio Bellocco, tra i capi ultrà dell’Inter ed erede di una delle famiglie più potenti della 'ndrangheta, è una guerra intestina nella tifoseria nerazzurra. (ilmattino.it)