Una città rosso sangue: da Giogiò a Santo le vittime innocenti e la gioventù bruciata

Napoli — Abiti firmati e pistola nella cintura. Vanno in giro così i ragazzi che si fanno la guerra nella notte di Napoli, dove la vita vale meno di un paio di scarpe e la violenza passa rapidamente da una storia sui social alle strade del cuore della città. Se gli pesti un piede per sbaglio, incroci il loro sguardo o chiedi di spostare un motorino, prima sparano e poi cominciano a discutere. E s… (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

È il momento, per noi politici, di fare un ‘mea culpa’ e ascoltare queste istanze”. “Ieri sono stato in piazza del Gesù, a Napoli, insieme a tante realtà sociali e cittadini, per dire ‘no’ alla violenza. (anteprima24.it)

In piazza associazioni anti camorra, sindacati e cooperative sociali a pochi giorni dalle morti violente di Emanuele Tufano e Sante Romano. (ROMA on line)

P adre Zanotelli, la piazza di Napoli contro la violenza è stata animata da tante associazioni attive sul territorio, ma pochi cittadini comuni. Qualche centinaio di persone. (Il Fatto Quotidiano)

Cgil Napoli e Campania per la legalità: “La voce del sindacato è necessaria”

La lunga scia di sangue che a Napoli e provincia sta lasciando al suolo ragazzini di pochi anni è da considerarsi ormai un vero e proprio allarme sociale. Le parole dei politici, dei commentatori, dei volontari e della chiesa non bastano più. (Corriere della Sera)

Si fatica a trovare le parole giuste per descrivere e commentare quest’ultima, terrificante esecuzione. La città è nel panico. (Avvenire)

“Quella del sindacato oggi è una voce necessaria, siamo un’organizzazione che vuole esserci, che ogni giorno attraverso anche la difesa dei diritti sui luoghi di lavoro, contrasta la violenza, la delinquenza, la camorra, la criminalità nelle espressioni più subdole". (Collettiva.it)