Femminicidio Cecchettin, lettera di Turetta ai genitori dal carcere: non merito il perdono

“Capirei e accetterei se d'ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio e probabilmente sarebbe la scelta migliore per la vostra vita. Io stesso non so se ho ancora il coraggio di farmi vedere da voi” scrive il ragazzo pochi giorni dopo l’assassinio di Giulia ascolta articolo Poco dopo essere stato arrestato dalla polizia tedesca, Filippo Turetta decise di scrivere di sua mano, in corsivo e a penna nera, una lettera ai genitori dal carcere di Halle, in attesa dell'estradizione. (Sky Tg24 )

Se ne è parlato anche su altri giornali

“Capirei e accetterei se d’ora in poi voi vogliate dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore per il proseguo della vostra vita. “Rinnegatemi, non c’è perdono”. (Casteddu Online)

Lasciando a chi ne ha il compito capire se le due immagini possono stare assieme, Filippo Turetta, allo stato degli atti, è quello sotto processo in Corte d'Assise a Venezia, accusato dai magistrati di aver massacrato con 75 coltellate l'ex fidanzata, Giulia Cecchettin, appena 22enne. (TG Padova)

Non so se ho ancora il coraggio di guardarvi in faccia". "Capirei e accetterei se voi voleste dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Giulia Cecchettin, lo zio: «Abbiamo fame di giustizia, spero nell’ergastolo e che sia vero»

Sono le parole che Filippo Turetta reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin, ha scritto in una lettera ai genitori - allegata agli atti del processo - pubblicata dal sito del Corriere della Sera. (Tiscali Notizie)

"Capirei e accetterei se d'ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio e probabilmente sarebbe la scelta migliore per la vostra vita. (Zoom24.it)

Andrea Camerotto, zio materno di Giulia Cecchettin, è stanco e provato da una lunga giornata trascorsa in tribunale. Un momento atteso da mesi, scandito da accorate richieste di giustizia e dal tenero ricordo della nipote. (ilmessaggero.it)