Palestinesi legati e bendati nella “Guantanamo” del Negev

La “Guantanamo” delle dune si chiama Sde Teiman e si trova a trentina di km dal confine con Gaza. Una parte della struttura è stata trasformata in una prigione dove circa 70 palestinesi provenienti dalla Striscia sarebbero sottoposti a condizioni estreme di prigionia, tra abusi e violenze. Ci sarebbe anche un ospedale da campo dove i detenuti feriti sono sempre bendati e nudi, legati ai loro letti, costretti a indossare pannoloni e alimentati con cannucce. (RSI.ch Informazione)

Ne parlano anche altri media

– Un uomo con la nuca abbassata, la fronte spalmata sulla recinzione di filo spinato. Dietro di lui una schiera di almeno un centinaio di prigionieri a terra con mani e piedi incatenati. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Un racconto fatto di foto e testimonianze agghiaccianti: la Cnn ha parlato con tre informatori israeliani che hanno descritto le condizioni carcerarie disumane a cui sono sottoposti decine di prigionieri palestinesi nel carcere di Sde Teiman, una base militare nel deserto che funge anche da campo di detenzione. (Today.it)

Prima dell'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre era una base militare israeliana. Almeno stando a testimonianze - verbali, e ora fotografiche - arrivate da whistleblower israeliani. Già un medico che lavorava lì aveva inviato ad aprile una lettera (pubblicata anche sul quotidiano Haaretz) al procuratore generale israeliano in cui denunciava abusi e maltrattamenti. (Corriere della Sera)

«I loro diritti erano violati sistematicamente anche prima di questa guerra, ma la situazione è peggiorata», racconta Oneg Ben Dror, attivista ebrea della ong Physicians for human rights ed esperta della condizione dei prigionieri politici nelle carceri di Tel Aviv. (il manifesto)

Due foto sfocate in cui si vedono decine di uomini bendati, con tute grigie, costretti immobili a sedere per terra, su dei materassini sottili. Il filo spinato tutto intorno, le luci dei riflettori puntate su di loro e qualche coperta posata sulle gambe. (Il Fatto Quotidiano)

Bendati, legati, picchiati, perquisiti di notte, con i pannolini addosso e il divieto di parlare tra loro. A rivelarlo sono tre informatori israeliani, che hanno lavorato lì dentro e, diffondendo alcune foto, confermano le denunce già sollevate in precedenza su quel carcere. (Open)